Piano Cave firmato Pd Meno scavi, più riciclo

Offensiva sul Piano cave del Partito Democratico di Bassa e Hinterland
Offensiva sul Piano cave del Partito Democratico di Bassa e Hinterland
Offensiva sul Piano cave del Partito Democratico di Bassa e Hinterland
Offensiva sul Piano cave del Partito Democratico di Bassa e Hinterland

I Circoli del Partito Democratico della Bassa Orientale e dell’Hinterland passano dalle parole ai fatti. «Dopo aver commentato negativamente il Piano cave provinciale, non siamo rimasti con le mani in mano - scrive in una nota il coordinatore Mario Tropea -, e abbiamo presentato le nostre osservazioni, elaborate grazie al contributo del presidente del dipartimento Ambiente della Federazione provinciale del Pd, Angelo Bergomi». Il report si concentra sui calcoli del fabbisogno, «decisamente sovrastimati», e sulla quantità di materia recuperata da processi di riciclo, «grandemente sottostimata». Le osservazioni - spiega Tropea - «sono state integrate con ragionamenti logici, rispettosi delle norme e con i ricalcoli sul fabbisogno per il settore edilizio, per la manutenzione stradale ordinaria e per le grandi opere infrastrutturali. Non potevamo sottrarci dal presentare osservazioni sul calcolo delle volumetrie provenienti da fonti alternative, facendo rilevare come i 5 milioni di metri cubi previsti dal Piano possano diventare più di 20 milioni in dieci anni». Secondo il Pd, «considerando che il residuo del Piano cave precedente è di 34 milioni di metri cubi, abbiamo osservato e dimostrato che il quantitativo avanzato è ampiamente sufficiente per il prossimo decennio. Non va dimenticato che la legge regionale prevede sempre la possibilità di revisione del Piano». Torna sul «problema di confine» Massimo Giorgetti, presidente dell’Associazione Ambiente è/e vita. «Anche l’Università di Brescia, che ha collaborato con la Provincia nella stesura del Piano, ha precisato che nello studio sono stati considerati solo gli impatti ambientali all’interno dei confini bresciani. Per questo, nelle nostre osservazioni inviate al Broletto, abbiamo sottolineato come le previsioni del Piano provinciale cave bresciano interferiscano, inficiandoli, con i princìpi, le previsioni e gli effetti ambientali attesi dal Piano Cave del Veneto. Il quantitativo previsto di 50 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia supera di cinque volte quello autorizzabile in tutto il Veneto. Facile immaginare quali saranno le ricadute ambientali». Secondo Giorgetti, «la Regione Veneto avrebbe dovuto partecipare alla Vas quale Ente territorialmente interessato. Questo invalida la procedura. Lo ribadiamo a tutela degli imprenditori che potrebbero subire danni da possibili ricorsi contro le autorizzazioni rilasciate, a causa del vizio di procedura». •.

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