Piano cave impallinato «Previsioni abnormi»

di Cinzia Reboni
Le previsioni  contenute nel prossimo Piano cave provinciale sono da mesi al centro di una accesa polemica tra le forze politiche sui quantitativi inseriti
Le previsioni contenute nel prossimo Piano cave provinciale sono da mesi al centro di una accesa polemica tra le forze politiche sui quantitativi inseriti
Le previsioni  contenute nel prossimo Piano cave provinciale sono da mesi al centro di una accesa polemica tra le forze politiche sui quantitativi inseriti
Le previsioni contenute nel prossimo Piano cave provinciale sono da mesi al centro di una accesa polemica tra le forze politiche sui quantitativi inseriti

Il nuovo Piano provinciale cave? «Assolutamente sovrastimato, sicuramente da riscrivere». Secondo Marco Apostoli, consigliere della lista Provincia Bene Comune, che ha depositato un’articolata e critica osservazione in Broletto «la situazione reale del fabbisogno di ghiaia e sabbia per i prossimi dieci anni è ben lontana dai volumi stimati dal progetto», che prevede 46,2 milioni di metri cubi di escavazione, ai quali vanno aggiunti i 5,623 milioni di materiale proveniente da fonti alternative. Un documento che «non tiene conto di un territorio fragile» e che avrà un impatto significativo su alcuni Comuni dell’hinterland come Castenedolo, Rezzato, Montirone e Poncarale, dove sono previste escavazioni nei prossimi dieci anni per oltre 15 milioni di metri cubi. Secondo il consigliere provinciale, «la Provincia ha individuato per il metodo di calcolo il fabbisogno del 2008, quando la situazione del mercato edilizio era ben diversa dall’attuale. Il Piano, inoltre, «non ha analizzato alternative più sostenibili». Prassi che invece è stata adottata dalle province di Mantova e Milano, «che hanno applicato metodi più restrittivi, in accordo con la Regione». Dati alla mano, con il «metodo Mantova» si arriverebbe ad un fabbisogno scavabile di 29.984.717 metri cubi o, nella peggiore delle ipotesi, a 31.234.824 metri cubi. Utilizzando invece i criteri scelti da Milano, la stima potrebbe essere di 23.903.146 metri cubi o, al massimo, di 26.313.831. Piovono critiche anche sul quantitativo dei materiali da fonti alternative e al mancato inserimento di terre e rocce da scavo provenienti da opere pubbliche come la Tav o l’autostrada della Valtrompia. «Questo Piano cave, il cui studio è costato ben 200 mila euro, è partito col piede sbagliato - ha sottolineato Fiorenzo Bertocchi di Rifondazione Comunista, presente in conferenza stampa - impostato su una scelta politica ben precisa, che è quella di dare soddisfazione alle esigenze dei cavatori». «Riduciamo i volumi - suggerisce Paolo Mori di Sinistra Italiana Brescia -, e tra cinque anni, a garanzia dei cavatori e degli operatori, facciamo una verifica dei volumi scavati e di quelli residui, aggiustando il tiro». Il Piano approderà in Consiglio provinciale a fine aprile. Per venerdì è stata convocata la conferenza di valutazione conclusiva della Vas e all’ordine del giorno c’è l’analisi delle osservazioni, «ma non vedo come sia possibile, dal momento che si possono presentare fino al giorno 11», aggiunge Apostoli. Che annuncia battaglia: «Non sono disposto a votare a favore di questo documento. Anche i Circoli del Pd hanno manifestato la loro contrarietà, e faccio fatica a pensare che senza l’appoggio del Pd questo Piano cave possa passare».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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