Ripetitori, due condanne

di P.CIT.

Due assoluzioni e cinque condanne a pene che vanno da un minimo di due anni e quattro mesi a un massimo di tre anni e otto mesi di reclusione. Così si è chiuso il processo, celebrato con il rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Brescia Christian Colombo, per i sette uomini finiti alla sbarra (un altro ha patteggiato, due andranno in abbreviato e un altro ancora 24 ore prima è stato condannato a quattro anni di carcere per furto e associazione a delinquere) alla sbarra con l'accusa di fare parte di una banda che tra provincia e capoluogo (per gli inquirenti le loro sortite avrebbero però interessato anche altre zone del centro nord del Paese), avrebbero rubato le batterie dei gruppi di continuità dei ripetitori per la telefonia mobile. Associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti contro il patrimonio consistenti nel furto, ricettazione e riciclaggio di batterie tampone installate nei siti per la telefonia mobile era il reato contestato al gruppo dalla procura di Brescia. Il pm in aula aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati a pene detentive comprese tra i 24 mesi e i 4 anni e due mesi di carcere. •

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