Sesso con minore, chiesta l’archiviazione

di PA.CI.
Ieri davanti al gup Luca Tringali l’udienza contro l’opposizione
Ieri davanti al gup Luca Tringali l’udienza contro l’opposizione
Ieri davanti al gup Luca Tringali l’udienza contro l’opposizione
Ieri davanti al gup Luca Tringali l’udienza contro l’opposizione

Il sostituto procuratore Lorena Ghibaudo a febbraio per lui, un 23enne veronese, aveva chiesto l’archiviazione dall’accusa di avere adescato in internet un ragazzino bresciano di 15 anni con cui poi aveva avuto dei rapporti sessuali consenzienti tra giugno e ottobre del 2018. «Non risulta ravvisabile una attività di manipolazione psicologica della vittima - scriveva il magistrato - Ciò che è emerso è che dopo un primo contatto su Instagram da parte dell’indagato è stato lo stesso minore a proporre un incontro in seguito al quale si è instaurato un vero e proprio rapporto affettivo concluso a ottobre in cui si sono consumati rapporti sessuali sempre consenzienti». ALLA RICHIESTA di archiviazione si è però opposta la famiglia dell’adolescente, sostenendo che invece il 23enne avrebbe esercitato una «pressione strisciante» su un ragazzino che non avrebbe avuto ancora una identità sessuale ben definita. Ieri davanti al gup Luca Tringali si è discussa l’opposizione all’archiviazione. Il giudice si è riservato: entro qualche giorno dovrebbe decidere se archiviare la posizione del 23enne, chiedere un supplemento di indagine o imporre con una ordinanza l’imputazione coatta. Tutto, come detto, nasce a inizio giugno di un anno fa. I due ragazzi si conoscono su Instagram e dopo qualche settimana decidono di conoscersi di persona incontrandosi prima nel paese dell’Ovest Bresciano dove vive l’adolescente e poi a Milano. NEL LUGLIO successivo i due, insieme ad altri ragazzi, avrebbero trascorso alcuni giorni in un campeggio nel Lazio. I genitori del giovanissimo credevano che il figlio fosse con una amica, la sorella di questa e un altro ragazzo, il 23enne. Il ragazzo veronese era passato a prendere a casa il giovanissimo «fidanzato». Per i genitori del quindicenne il ragazzo veronese era l’adulto del gruppo e per questo aveva lui la responsabilità del giovane. Motivo per cui i genitori nella loro opposizione all’archiviazione hanno chiesto che al 23enne venga contestato il reato di atti sessuali con minore che non ha compito 16 anni perché a lui era stato affidato. Ai carabinieri che lo avevano sentito in forma protetta il quindicenne aveva ammesso la relazione ma anche confermato di non essersi mai sentito forzato a dovere fare qualcosa, sesso compreso. La parola ora passa al giudice. •

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