Spari illegali e reti, l’autunno si conferma nero in provincia

Un pettirosso morto nelle reti dell’uccellatore recidivoI richiami vivi protetti sequestrati a Binzago di Agnosine
Un pettirosso morto nelle reti dell’uccellatore recidivoI richiami vivi protetti sequestrati a Binzago di Agnosine
Un pettirosso morto nelle reti dell’uccellatore recidivoI richiami vivi protetti sequestrati a Binzago di Agnosine
Un pettirosso morto nelle reti dell’uccellatore recidivoI richiami vivi protetti sequestrati a Binzago di Agnosine

Prosegue l’azione di contrasto - culminata con denunce e sequestri - messa in atto dai carabinieri Forestali di Vobarno per contrastare bracconaggio e illeciti venatori commessi sul territorio della provincia, non solo nelle Valli. Lo testimoniano anche i risultati ottenuti e ufficializzati in una nota. UN SESSANTADUENNE, residente ad Agnosine, a seguito di un controllo effettuato nella mattinata del 30 novembre dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Vobarno, è stato denunciato poiché esercitava l’attività venatoria da appostamento fisso in località «Binzago» del Comune di Agnosine avvalendosi di tredici richiami vivi non consentiti e illecitamente detenuti: erano privi di anello identificativo inamovibile e delle specie protette e particolarmente tutelate dalla Convenzione di Berna. Il cacciatore - come viene spiegato nel comunicato - aveva anche abbattuto un esemplare di avifauna di specie tutelata, che veniva sottoposto a sequestro unitamente alla restante fauna viva illecitamente detenuta e al fucile con relative munizioni utilizzati per esercitare l’attività venatoria. Sempre al 62enne veniva comminata una sanzione amministrativa di 154 euro in quanto aveva omesso di annotare la fauna abbattuta sul tesserino regionale, in violazione dell’articolo 12 della legge 157/1992 nel quale si prevede che questa operazione debba avvenire subito dopo l’abbattimento. DALLA VALSABBIA alla Bassa bresciana. Un venticinquenne di Roncadelle - si legge sempre nel comunicato - è stato denunciato il 28 novembre scorso dai carabinieri Forestali della Stazione di Vobarno per i reati di furto aggravato in danno dello Stato e di maltrattamento aggravato di animali: come viene spiegato, il giovane è stato sorpreso a esercitare l’uccellagione in località «Noce» del Comune di Brescia mediante due reti a tramaglio, grazie alle quali aveva già catturato alcuni esemplari di avifauna protetta: per tali illeciti il 25enne rischia una condanna fino a sei anni di reclusione, tenuto conto del fatto che è già stato deferito due volte all’autorità giudiziaria per aver commesso i medesimi reati nei mesi di agosto e ottobre di quest’anno. ALTRI TRE, infine, sono i denunciati dai carabinieri Forestali della Stazione di Vobarno nel corso dell’ultimo mese: tra loro un sessantenne di Brescia, che aveva abbattuto specie protette dal proprio appostamento fisso e deteneva illecitamente alcuni esemplari vivi di specie particolarmente protetta in località «Giovo» del Comune di Provaglio Val Sabbia. Un quarantanovenne di Preseglie, invece, è finito nei guai perchè aveva omesso di custodire il fucile lasciandolo sulla propria autovettura aperta e parcheggiata lungo la pubblica via, infine un sessantottenne di Bione, fermato per un controllo dalle guardie venatorie volontarie, si dava alla fuga nei boschi rifiutandosi di fornire le proprie generalità. Il bilancio testimonia, dunque, il costante impegno dei carabinieri forestali sul territorio per contrastare fenomeno che, purtroppo, trovano ancora spazio non solo nelle Valli bresciane. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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