Tolleranza zero per gli evasori Nave ha negato la pace fiscale

Polemiche sulla decisione del Comune di Nave di non adottare lo stralcio  delle cartelle esattoriali fino a mille euro
Polemiche sulla decisione del Comune di Nave di non adottare lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro
Polemiche sulla decisione del Comune di Nave di non adottare lo stralcio  delle cartelle esattoriali fino a mille euro
Polemiche sulla decisione del Comune di Nave di non adottare lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro

Il Comune di Nave non concederà la pace fiscale. L’Amministrazione civica ha deciso di non aderire allo stralcio dei debiti delle cartelle esattoriali fino a mille euro emesse dal primo gennaio 2000 fino al 31 dicembre 2015. Le motivazioni sono state illustrate dalla maggioranza nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale. L’assessore Carlo Ramazzini è stato tranchant sull’argomento: «È una questione di equità altrimenti il furbo la vince sempre. E questo è un messaggio che non deve passare. Delle famiglie con morosità dettata dall’indigenza se ne occupano i Servizi sociali. A Nave c’è gente che può pagare e non paga». Entro il 31 gennaio i Comuni potevano decidere se concedere lo stralcio automatico delle cartelle. In alternativa, entro il 30 aprile, l’evasore può comunque pagare il suo debito senza interessi né sanzioni. Dopo questa data dovrà invece pagare tutto. Per il Comune di Nave il valore del monte cartelle è di 30 mila euro. «Abbiamo deciso di rinunciare all’opportunità offerta dalla Finanziaria – ha spiegato il consigliere e capogruppo Luca Senestrari-. Pensiamo che la soluzione di versare il dovuto senza interessi o spese sia comunque un’opportunità». La minoranza parla di scelta politico-ideologica. «Diventerà sempre più difficile andare a recuperare questi soldi -ha affermato il consigliere Marco Bassolini-. Visto che non hanno pagato fino ad ora perché dovrebbe cambiare qualcosa». Per Nicola Pedrali «la Giunta doveva mettersi la mano sul cuore. Non stiamo parlando di grandi evasori, ma famiglie messe in ginocchio dalla crisi». Ma il sindaco Matteo Franzoni ha ribadito la linea dell’intransigenza ricordando che per alcune posizioni aperte è stata attivata anche la procedura di pignoramento. Quando però non c’è nulla da aggredire (come nella maggior parte dei casi) la possibilità di recuperare il credito diventa un miraggio: aspetto sottolineato dalle minoranze. «Abbiamo deciso di non aderire per due ragioni: -ha replicato il sindaco- l’importo che abbiamo a bilancio non è particolarmente rilevante, ma soprattutto c’è il discorso dell’equità fiscale e del rispetto per chi è puntuale con le scadenze. Se un cittadino viene in municipio e palesa delle difficoltà c’è sempre stata la disponibilità per trovare una soluzione». In passato era l’Agenzia delle entrate a occuparsi del recupero crediti, mentre da una decina di anni il servizio è in carico ad agenzie che operano per conto del Comune. In caso di insolvenza si parte con un avviso bonario, che in seguito diventa coattivo. Poi si passa, eventualmente, al pignoramento. •.

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