Un viaggio suggestivo nel Miocene nella foresta pietrificata di Perfugas

La foresta pietrificata sarda di Perfugas e Martis
La foresta pietrificata sarda di Perfugas e Martis
La foresta pietrificata sarda di Perfugas e Martis
La foresta pietrificata sarda di Perfugas e Martis

Di sera camminare fra gli stazzi di Gallura, come il Cantareddu di San Biagio, con gli occhi rivolti al cielo stellato. Di giorno riandare col pensiero al plurimillenario olivastro di Luras, descritto tempo fa in questa rubrica, pensare agli alberi nel tempo e al tempo cristallizzato negli alberi. Si parte dal ricordo di un pannello stradale che indica la direzione per una «foresta pietrificata» e si decide di vedere da vicino che cos’è e l’effetto che fa. E allora si scende da Tempio Pausania a Perfugas, dalla Gallura nelle terre dell’Anglona, se possibile in bella compagnia. Una testa fine come quella di Vittoria, appassionata e competente guida del Museo archeologico paleobotanico di Perfugas, interessantissima e imprescindibile tappa di avvicinamento alla visita del sito di Martis i cui reperti possono sospingere l’immaginazione indietro nel tempo fino al Miocene inferiore, un’era geologica lontana da noi circa venti milioni di anni, un’epoca in cui la bassa Anglona era occupata da un lago nel quale in seguito a una violentissima eruzione vulcanica sprofondò, e poi si fossilizzò, la foresta circostante composta da piante simili alle attuali palme e cipressi. Alcuni di questi reperti si trovano nel museo di Perfugas, assieme a tanto altro materiale interessantissimo, fra il quale spicca la statuetta della Dea con bambino; gli altri sono disseminati ad arte nella piana di Martis, una decina di chilometri da Perfugas; ma prima di lasciarla converrà farsi accompagnare da Vittoria a visitare il Pozzo sacro del Predio Canopoli e il Retablo di San Giorgio nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Poi, con gli occhi pieni di questa meraviglia artistica e, dopo una puntata nella vicina chiesa di San Giorgio, nella campagna di fronte a un nuraghe, si andrà a Martis e, nel parco, si guarderanno i fossili, degni di ben altra gloria.

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