il caso

Arrestato il presunto killer di Michele Colosio, il volontario bresciano ucciso in Messico

di Cinzia Reboni
Svolta nell'inchiesta per la morte del 42enne di Borgosatollo, freddato a colpi di pistola nel luglio 2021
Michele Colosio, volontario originario di Borgosatollo ucciso in Messico a colpi di pistola nel 2021
Michele Colosio, volontario originario di Borgosatollo ucciso in Messico a colpi di pistola nel 2021
Michele Colosio, volontario originario di Borgosatollo ucciso in Messico a colpi di pistola nel 2021
Michele Colosio, volontario originario di Borgosatollo ucciso in Messico a colpi di pistola nel 2021

C'è una svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Michele Colosio, il volontario 42enne di Borgosatollo freddato con quattro colpi di pistola l’11 luglio dell’anno scorso a pochi passi dalla sua abitazione di San Cristobal de Las Casas, la città turistica del Chiapas, in Messico. E' stato arrestato il presunto responsabile del delitto. Si tratta di José Guillermo N. di 48 anni. Il resoconto sul fermo è stato diffuso dalla procura del Chiapas e rilanciato dai media messicani. Ancora oscuro il movente, ma la Policia Federal de Mexico avrebbe ricostruito ogni tassello della dinamica dell’omicidio. Secondo il procuratore incaricato dell’inchiesta, René Daniel Gordillo Zavareta, il quadro probatorio sarebbe schiacciante.

La vittima sarebbe stata "intrappolata" dal 48enne con la scusa della vendita di una bicicletta. Poi sarebbe stata uccisa. Non emergono altri dettagli, ma la presenza del presunto killer sul luogo dell’agguato sarebbe confermata dalla telecamera di sicurezza di un negozio. Dalla Farnesina non sono arrivate comunicazioni ufficiali alla famiglia del 42enne ucciso, la mamma Daniela Stanga e il fratello Claudio. Michele Colosio, conosciuto da tutti come Miguel, dopo aver lavorato come tecnico di radiologia all'ospedale Civile di Brescia, si era trasferito da alcuni anni in Messico, dove si occupava di cooperazione e collaborava con la Casa de Salud comunitaria Yì Bel ik - Raiz del Viento. Aveva aperto all'interno della comunità un’officina artigianale di riparazione di biciclette, «A ruota libera», dove insegnava il mestiere ai ragazzini.

Michele Colosio aveva 42 anni
Michele Colosio aveva 42 anni

L’agguato era avvenuto la sera della finale degli Europei di calcio. Michele stava tornando a casa dopo aver fatto spese in un negozio, quando era stato avvicinato da una persona: il killer aveva scaricato l’intero caricatore della pistola. La vittima era stata colpita all'addome, ad una gamba e al torace. Il volontario era morto poco dopo il ricovero in ospedale. Nei primi giorni delle indagini, l’omicidio non era stato collegato all’attività di volontariato di "Miguel", bensì ad una rapina finita male, visto che in quella zona le bande criminali e i narcotrafficanti la fanno da padroni. Ma col passare del tempo l’ipotesi aveva perso consistenza e, vista anche la dinamica dell’omicidio, le indagini si erano concentrate sull’impegno di Colosio nella tutela degli ultimi e nella lotta alle ingiustizie. Il volontario, si sospettava, avrebbe dato fastidio a qualcuno con la sua attività di pastore e contadino, e anche con i suoi progetti legati ai bambini.

Nelle settimane precedenti l’agguato mortale, inoltre, Michele aveva citato in giudizio un vicino di podere per questioni legate ai confini, ed era stato minacciato con un fucile. Gli accertamenti medico-legali avevano rafforzato l’ipotesi dell’agguato: i proiettili erano stati esplosi a breve distanza, quasi a bruciapelo. In quell'area del Chiapas c'è una forte presenza di clan del narcotraffico, in particolare il Cartello di Sinaloa che controlla il traffico di stupefacenti, ma anche la vita sociale. La zona teatro dell’omicidio è da tempo ostaggio di ogni tipo di criminalità e di bande paramilitari. «Non meritava di fare quella fine, era andato lì solo per fare del bene», ripetono continuamente a Borgosatollo. Sull’arresto restano molti punti da chiarire. Gli amici messicani di Colosio sospettano che la polizia messicana abbia voluto chiudere frettolosamente le indagini, scaricando su un capro espiatorio la responsabilità dell’omicidio. A Borgosatollo nessuno si sbilancia."Non sapevo neppure della notizia - afferma il sindaco Domenico Marniga -. Se fosse confermata la responsabilità di questa persona, quanto meno sarebbe stato individuato il colpevole dell'assassinio di Michele. Purtroppo la tragedia non si cancella, e resta drammatica e irrecuperabile". 

 

 

 

 

 

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