Il centro per il rimpatrio sarà super blindato

di Valerio Morabito

Muri alti fino a sei metri, una capillare rete di videosorveglianza degna del «Grande fratello» di Orwell e padiglioni separati a seconda delle etnie degli ospiti. E ancora, postazione di pubblica sicurezza fissa e cancelli sbarrati ad ogni ora del giorno con la possibilità di mettere a guardia un custode. I DETTAGLI che emergono sulle procedure di riconversione della ex caserma Serini in un Centro di permanenza per il rimpatrio dei profughi, il primo che potrebbe vedere la luce sotto l’egida del governo gialloverde, sembra progettualmente rspecchiare la linea del rigore impressa dal titolare del ministero degli Interno Matteo Salvini che è stato cristallino: «Realizzeremo dei Centri per i rimpatri chiusi affinché la gente non vada a spasso per le città». E il Cpr di Montichiari si annuncia addirittura super blindato. Nell’edificio militare dismesso non nascerà del resto una struttura per l’accoglienza dei richiedenti asilo come previsto originariamente, ma un centro per gli irregolari destinatari di provvedimento di espulsione. Dopo aver ruminato burocrazia per anni, il progetto ha subito una brusca accelerata. Le erbacce che sono cresciute dentro l'area della ex Serini sono soltanto un’illusione stagionale. Se da un lato le casermette e le mura dell'ex zona militare sembrano in preda al degrado, l'iter della riconversione sta entrando nel vivo. Nei giorni scorsi sono stati appaltati i lavori per realizzare il collettore fognario. Entro l’autunno sarà realizzata una vasca di raccolta degli scarichi delle acque nere e l’impianto di sollevamento che si aggancerà alla rete comunale in via Ignazio Silone. A settembre è fissata una Conferenza dei servizi proprio sul Cpr. IL MINISTERO dell'Interno ha conferito l'incarico ad Invitalia per redigere il progetto di trasformazione che dovrà recepire standard diversi rispetto alla destinazione originale dell'ex caserma che, come detto, inizialmente sarebbe dovuta diventare un luogo di accoglienza per i rifugiati. Alcune delle linee sono già state fissate: il Cpr sarà allestito nell'area intorno al vecchio bunker, ovvero verso il confine Castenedolo. Una zona più protetta rispesso al padiglione truppe che avrebbe invece dovuto ospitare il centro di accoglienza. Il comparto scelto si trova in posizione opposta dove si trovano, ancora, le tende del Viminale e della Protezione civile (per non parlare dei container) che riguardano il precedente progetto. I nuovi standard prevedono l'innalzamento di muri, da 4 a 6 metri di altezza, la costruzione di casette ben separate tra loro in modo da non creare promiscuità tra migranti di etnie differenti. Poi ci sarà un controllo permanente all'interno da parte delle forze dell'ordine, per non parlare del sistema di videosorveglianza sia dentro che fuori la ex Serini. Da sciogliere in prospettiva il nodo dei tempi di permanenza dei migranti nel Cpr. Per il governo due o tre mesi non sono sufficienti per identificare i migranti trattenuti nei Centri per i rimpatri che devono essere espulsi. Il Viminale non esclude di riportare a 18 mesi il tempo massimo di permanenza. «Chi è trovato in possesso di documenti falsi o senza documenti, prima di espellerlo dobbiamo capire chi è e da dove viene», ha ribadito a più riprese il ministro dell’Interno Matteo Salvini. •

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