«La discarica
Vallosa è una
bomba ecologica»

di Cinzia Reboni
La discarica dismessa della Vallosa a Passirano è inserita nel Sito di interesse nazionale Caffaro
La discarica dismessa della Vallosa a Passirano è inserita nel Sito di interesse nazionale Caffaro
La discarica dismessa della Vallosa a Passirano è inserita nel Sito di interesse nazionale Caffaro
La discarica dismessa della Vallosa a Passirano è inserita nel Sito di interesse nazionale Caffaro

Concentrazioni elevate di Pcb, presenza di metano oltre i limiti, contaminazione della falda profonda. La ex Vallosa di Passirano continua ad essere una «bomba» ecologica innescata, nonostante l’intervento di «capping» intrapreso dal Comune come «misura di prevenzione».


«SE NON AVESSIMO inoltrato il 27 ottobre la diffida alla Provincia, al sindaco di Passirano e al commissario del Sin Caffaro Roberto Moreni affinchè non si prosegua nell’intervento di semplice copertura dell’ex discarica, probabilmente non saremmo mai venuti a conoscenza della relazione di Arpa che attesta, senza ombra di dubbio, la pericolosità di un sito che si vuole semplicemente coprire con un cappotto, senza una bonifica attenta e profonda», spiega il presidente del Circolo Legambiente Franciacorta, Silvio Parzanini. «Avevamo chiesto una serie di documenti, ed il primo che ci è stato inviato è stato proprio quello della relazione dell’Arpa, di un anno fa, dove viene ribadita con forza la pericolosità dei rifiuti presenti e viene certificata la presenza di Pcb nelle falde profonde. Un dato finora negato da tutti. Questo studio non può essere ignorato. Il progetto di copertura proposto dal Comune, che costerà comunque due milioni di euro, è assolutamente inefficace e rischia di pregiudicare la possibilità di una bonifica definitiva». «Con il finanziamento ottenuto non si può fare di più - allarga le braccia il sindaco di Passirano, Francesco Pasini Inverardi -, ma il capping è sicuramente un primo step che va nella direzione della successiva messa in sicurezza permanente. Non si è fatto nulla per quarant’anni, questo è meglio di niente».


AL MOMENTO l’Amministrazione civica ha messo a gara la progettazione definitiva esecutiva dell’intervento, «che dovrebbe essere ultimata entro fine gennaio - spiega il sindaco di Passirano -, quindi verrà indetta la gara per l’affidamento dei lavori. In questa fase sarebbe molto negativo non fare nulla con le risorse messe a nostra disposizione. Una bonifica totale della ex Vallosa costerebbe dai 60 agli 80 milioni di euro. Se qualcuno sa dove trovare questi soldi, ce lo dica. Siamo ben consapevoli del problema del sito, a nessuno fa piacere convivere con un’emergenza ambientale». L’Arpa - che nel novembre del 2018 aveva espresso il suo parere negativo all’operazione - scrive infatti nella sua relazione che «all’interno del corpo della discarica sono stati rinvenuti rifiuti classificati come pericolosi. In particolare, alcuni campioni risultano avere concentrazioni di Pcb tali da impedirne lo smaltimento anche all’interno di discariche di rifiuti pericolosi». E ancora: «le analisi condotte sui gas interstiziali derivanti dall’interno del corpo rifiuti hanno evidenziato una notevole presenza di metano, con percentuali oscillanti dal 12 al 64%, e composti organici aromatici e clorurati (solventi) in concentrazioni considerevoli». Arpa lancia l’allarme anche sulle falde superficiali, «che mostrano concentrazioni significative di contaminanti», ma soprattutto evidenzia «superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per il Pcb nella falda profonda, ad oltre 65 metri dal piezometro 4». Il disfacimento delle scorie insomma sta penetrando il terreno in modo incontrollato e incontrollabile I due schemi di ricostruzione del sottosuolo della discarica Vallosa e della sua contaminazione, redatti dall’Arpa e allegati alla relazione, dicono che «entrambe le ricostruzioni evidenziano una migrazione dei contaminanti nel sottosuolo fino alla falda profonda, anche a causa dell’assenza di livelli impermeabili continui al di sotto del corpo rifiuti che ne possano garantire il contenimento. Occorre inoltre segnalare - scrive sempre Arpa - che in fase di caratterizzazione è stata riscontrata la presenza di fusti contenenti liquidi composti da sostanze pericolose, come solventi organici aromatici e clorurati, Pcb e idrocarburi». L’elevata presenza di biogas contenente metano e solventi clorurati in concentrazioni significative «rappresenta una fonte di pericolo per l’ambiente e la salute, anche alla luce della possibile impermeabilizzazione superficiale dell’area».


NELLA SECONDA metà degli anni Settanta nel bacino della Vallosa venne scaricato ogni genere di rifiuto, ed oggi «gli amministratori pensano di risolvere il problema coprendo tutto con uno strato di argilla, per di più non in tutti i settori compromessi - spiega Parzanini -. Nel progetto è prevista la copertura solo del Sin, e non la discarica confinante. L’intervento è, di conseguenza, totalmente inutile ai fini della riduzione del rischio, possibile solo risanando e bonificando l’intera area». Per questo Legambiente ha chiesto «alle autorità competenti, e in particolare alla Prefettura, di convocare una riunione delle parti in causa per individuare gli interventi necessari per bonificare e rendere davvero innocua questa pericolosa discarica posta tra i vigneti della Franciacorta». A fronte dell’inefficacia della bonifica, inoltre, Il Circolo Legambiente ha chiesto alla Procura e alla Corte dei Conti un’indagine per appurare un possibile danno erariale. «Alla diffida di Legambiente risponderemo con un documento articolato e con i fatti tecnici - annuncia il sindaco Pasini Inverardi -. Con i due milioni messi a disposizione, ribadisco, non si potrebbe fare di meglio e di più ».

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