La Punta Setteventi apre il panorama su aspre vette innevate di emozioni

Panorama da Punta Setteventi
Panorama da Punta Setteventi
Panorama da Punta Setteventi
Panorama da Punta Setteventi

Riprendiamo la descrizione, iniziata la scorsa settimana, della salita scialpinistica dalla selvaggia Val di Vaia sino alla Punta Setteventi. Dal Ponte Destrone a Bagolino eravamo arrivati alla Malga di Fondo di Vaia dove la vegetazione si è fatta più rada. Continuiamo in direzione Nord, senza eccessive pendenze, sul fondo della valle ora più largo. Ci spostiamo gradatamente verso sinistra mentre si intravede, ai piedi del maestoso Dosso Pozzarotonda, la Malga di Mezzo di Vaia che pare addormentata sprofondata com'è nella coltre nevosa. Senza raggiungerla deviamo a sinistra, superiamo il torrente che scende dalla piccola Valle dei Corni e proseguiamo passando a Ovest della malga. Pieghiamo in direzione Sudovest, assecondando la curva della Val di Vaia, e, costeggiando il solco del torrente, raggiungiamo il Laghetto di Vaia. Mollemente adagiato nella conca ai piedi delle rocce dei Corni Setteventi, il laghetto può essere attraversato direttamente in caso di molto freddo oppure aggirato sulla sinistra. Si rimonta il pendio al di sopra del lago puntando verso Sud alla insellatura tra la Punta Setteventi e i Corni Setteventi. Man mano che si sale la pendenza si fa più accentuata e si raggiunge la sella senza nome a quota 2159. A destra si ergono le facili rocce del più meridionale dei Corni Setteventi: deviamo e sinistra e, per l'ultimo erto pendio, raggiungiamo la piccola croce della Punta Setteventi. Attorno a noi montagne innevate: le ondulate vette del Massiccio delle Tre Valli Bresciano fanno da aperitivo alle più aspre vette adamelline verso settentrione tra cui spiccano il Cornone di Blumone, la Cima Terre Fredde, il Monte Frerone, il Carè Alto, il Monte Adamello, il Corno Baitone. Poi si riconoscono le montagne del Bernina, il Piz Roseg, il Monte Disgrazia; ed ancora, le centinaia di vette delle Orobie, le montagne del Garda con il Pizzoccolo e la catena del Monte Baldo, il vicino Dosso dei Galli con i resti della ex-base Nato, il Monte Guglielmo, la Corna Blacca, il Dosso Alto con lo sguardo che si spinge alla pianura coperta dalla nebbia. Chi vuole può raggiungere in pochi minuti, per cresta, la vetta del Monte Matto. Si torna lungo l'itinerario di salita, ma interessante sarebbe proseguire sino al Giogo del Maniva e rientrare a Bagolino lungo le piste da sci. •

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