Muore asfissiato nel rogo della sua mansarda

di Fabio Zizzo
L’incendio è divampato all’alba nella mansarda: la vittima è rimasta intrappolata tra le fiamme
L’incendio è divampato all’alba nella mansarda: la vittima è rimasta intrappolata tra le fiamme
L’incendio è divampato all’alba nella mansarda: la vittima è rimasta intrappolata tra le fiamme
L’incendio è divampato all’alba nella mansarda: la vittima è rimasta intrappolata tra le fiamme

È rimasto intrappolato tra le fiamme della mansarda ed è morto asfissiato dal fumo che aveva saturato i locali. In pochi istanti si è consumata la tragedia costata la vita a Gianfranco Saleri, operaio di 56 anni di Lumezzane. L’incendio è divampato nella villetta bifamiliare in via Tito Speri al confine tra San Sebastiano e Faidana. Al piano inferiore dormivano la moglie sessant’anni sudamericana e la figlia di 27 anni che sono riuscite a mettersi in salvo e a dare l'allarme. A nulla sono valsi i tentativi dei soccorritori, giunti con l’auto medica di Lumezzane, di salvare l’operaio. La figlia Arianna e la moglie Gladis sono invece state trasportate nella clinica Città di Brescia e non sono in pericolo di vita. La ragazza è stata avviata nella camera iperbarica per le esalazioni respirate, mentre la moglie, colpita da un malore, è stata soccorsa all’ospedale di Gardone. Stando ai primi accertamenti Saleri stava dormendo con la moglie e la figlia nelle ultime ore che separano la notte dall’inizio di una nuova giornata lavorativa, quando si è svegliato attirato dai rumori e dall’odore di bruciato. Ma è finito per restare asfissiato e perdere la vita tra le lingue di fuoco che si erano accese da qualche minuto. L’INCENDIO È divampato alle 5. La ricostruzione di quanto accaduto è al vaglio dei carabinieri della stazione di Lumezzane e della compagnia di Gardone, ma sembra che il rogo si sia sprigionato da una piccola stufa presente all’ultimo piano della palazzina, nella mansarda, forse rimasta accesa per lasciare quel tepore durante questo periodo di freddo fuori stagione. Un corto circuito o un cattivo funzionamento potrebbero aver scatenato le fiamme, inducendo il padre di famiglia a salire per verificare la situazione e forse tentando di domarle. Ma l’ambiente era già saturo di fumo e probabilmente l’uomo è morto asfissiato, restando inerte a terra. Nel trambusto generale si sono svegliate anche la moglie Gladis e la Arianna che sono riuscite a mettersi in salvo uscendo dalla casa e chiamando i Vigili del fuoco. Sul posto sono arrivati i pompieri del distaccamento locale che si trova a poche centinaia di metri, insieme a quelli di Gardone e Brescia. La speranza del resto della famiglia che il congiunto fosse ancora vivo si è infranta nel momento in cui il corpo è stato trovato senza vita e carbonizzato. Nel frattempo anche i vicini di casa, tra cui alcuni parenti, sono stati destati dal sonno e hanno cercato di capire cosa fosse successo, mentre la consorte di Saleri ha avuto un malore dopo aver appreso la notizia. La chiamata al 112 ha fatto muovere anche l’automedica e le ambulanze, ma i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’operaio. PER EFFETTUARE le operazioni di spegnimento i Vigili del fuoco hanno impiegato una scala con cui hanno raggiunto l’ultimo piano della palazzina e si sono fatti strada tra le tegole del tetto spiovente surriscaldate dal calore sprigionato dal rogo. L’attività si è protratta fino a metà mattina attirando altri vicini che hanno cercato di consolare madre e figlia, mentre l’agenzia funebre allertata sul luogo ha recuperato la salma del 56enne nel mesto viaggio verso l’obitorio dell’ospedale Civile di Brescia. Conclusi gli accertamenti medico legali il pm ha rilasciato il nullaosta alla sepoltura. La camera ardente è stata allestita nella sala del commiato Benedini in via Ragazzi del ’99. Questo pomeriggio alle 17 è fissata la veglia di preghiera, mentre domani alle 15 sarà celebrato funerale nella chiesa di San Sebastiano. Gianfranco Saleri, oltre alla moglie e alla figlia lascia anche la madre, un fratello e le sorelle. La vittima da tutti conosciuto con il soprannome di «Marinì» era molto stimata nella frazione di Lumezzane. Era una persona discreta, sempre pronta ad aiutare il prossimo. Al momento di dolore si aggiunge anche il destino dell’abitazione visto che l’incendio e l’acqua usata per domarlo hanno reso inagibile la mansarda e con possibili conseguenze anche sul piano sottostante. I rilievi tecnici dei Vigili del fuoco sono in corso e intanto la moglie e la figlia della vittima saranno ospitate dai parenti. •

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