Muore schiacciato
dal carrello
elevatore

di Riccardo Caffi
I carabinieri davanti all’abitazione teatro della tragedia sul lavoro accaduta a Zurlengo  di PompianoI segni lasciati dal carrello elevatore sulla grondaia Antonio Alfieri  è la 30esima vittima sul lavoro dall’inizio del 2019
I carabinieri davanti all’abitazione teatro della tragedia sul lavoro accaduta a Zurlengo di PompianoI segni lasciati dal carrello elevatore sulla grondaia Antonio Alfieri è la 30esima vittima sul lavoro dall’inizio del 2019
I carabinieri davanti all’abitazione teatro della tragedia sul lavoro accaduta a Zurlengo  di PompianoI segni lasciati dal carrello elevatore sulla grondaia Antonio Alfieri  è la 30esima vittima sul lavoro dall’inizio del 2019
I carabinieri davanti all’abitazione teatro della tragedia sul lavoro accaduta a Zurlengo di PompianoI segni lasciati dal carrello elevatore sulla grondaia Antonio Alfieri è la 30esima vittima sul lavoro dall’inizio del 2019

Antonio Alfieri è la 30esima vittima sul lavoro dall’inizio dell’anno nel Bresciano. Aveva 52 anni, aveva tre figli piccoli e una moglie gravemente ammalata. La tragedia si è consumata alle 14 di ieri a Zurlengo, frazione di Pompiano. La vittima originaria di Napoli, abitava a Dalmine, in provincia di Bergamo. Era dipendente dell’impresa incaricata della posa del cavo per fibra ottica. Ieri stava fissando il filo al sottotetto dell'abitazione al civico 9 di via San Giovanni Battista. Dopo la pausa pranzo si era fermato con i colleghi per un caffè nello storico bar Cremaschini, l'unico della frazione, ed aveva appena ripreso il lavoro. Era salito sul muletto, era entrato nel cestello, aveva posato gli strumenti sulla piattaforma ed aveva azionato il carrello elevatore per raggiungere il sottotetto e continuare il lavoro. UN'OPERAZIONE di routine, apparentemente priva di rischio. Ma ieri il carrello, arrivato fin quasi alla gronda, dove avrebbe dovuto arrestare la sua corsa, non si è fermato. Forse per un guasto, o per un malore del 52enne che non è più stato in gradi di azionare il comando di stop, il fermo corsa non ha funzionato. Il carrello ha continuato a salire inesorabilmente fin sotto il tetto. L’ operaio è rimasto con la testa ed il collo incastrati tra la sponda del cestello e la grondaia in rame ed è morto soffocato. I compagni di lavoro, allarmati dal colpo della piattaforma che aveva sbattuto contro la grondaia, si sono subito resi conto che qualcosa di grave era accaduto. Sono intervenuti per bloccare il carrello elevatore, lo hanno abbassato ed hanno estratto dalla piattaforma il compagno che non dava più segni di vita. In pochi minuti sono arrivati da Orzinuovi i soccorsi, ma ormai per l'uomo non c'era più niente da fare. I Vigili del fuoco hanno provveduto a liberare il cantiere, mentre i carabinieri hanno avviato le indagini. Sulla parete dell'abitazione al n. 9 è rimasto il cavo della fibra ottica, penzolante dal punto in cui l'operaio stava lavorando. Antonio Alfieri lascia la moglie da tempo ammalata, e i tre figlioletti. Quella di Pompiano è come detto la 30esima morte bianca nel Bresciano. Il 2019 ha fatto registrare un incremento del 61% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Siamo insomma di fronte a una vera emergenza. •

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