Offensiva anti-
depuratore: sindaci
in pressing su Roma

di Alessandro Gatta
L’ultima manifestazione a Gavardo contro il depuratoreUno striscione contro la costruzione dell’impianto di trattamento
L’ultima manifestazione a Gavardo contro il depuratoreUno striscione contro la costruzione dell’impianto di trattamento
L’ultima manifestazione a Gavardo contro il depuratoreUno striscione contro la costruzione dell’impianto di trattamento
L’ultima manifestazione a Gavardo contro il depuratoreUno striscione contro la costruzione dell’impianto di trattamento

Le prime lettere sono partite (e a quanto pare già arrivate): altre saranno inviate in questi giorni. La mobilitazione dei sindaci del Chiese prosegue sul fronte istituzionale: lunedì mattina gli amministratori di Gavardo e Montichiari (i paesi interessati dal contestato progetto del nuovo depuratore del Garda) hanno spedito una missiva sia al ministro dell’Ambiente Sergio Costa che all’assessore regionale al Territorio Pietro Foroni, sottoscritta in tutto da 23 Comuni di Valsabbia, Bassa e provincia di Mantova oltre che dalla Comunità Montana. NEL TESTO si chiede con «cortese urgenza» di poter incontrare ministro e assessore, per condividere «perplessità e preoccupazioni emerse nelle comunità in merito al progetto presentato da Acque Bresciane: tale progetto è stato individuato quale migliore sulla base di uno studio preliminare dove sono stati presi in considerazione solo altri tre scenari alternativi, e dove in realtà gli aspetti ambientali non premiano la scelta di Gavardo e Montichiari come soluzione migliore». Per i 24 amministratori dell’asta del Chiese emerge come «chiaramente compromessa la situazione ambientale, paesaggistica e di tutela del fiume, che soggiace al limitato rilascio dai bacini del lago d’Idro e di Malga Bissina, e che inoltre da Calcinato in poi è praticamente in regime di secca». Oltre a questo, attaccano i sindaci, «sia il progetto stesso che il Piano di tutela delle acque di Regione Lombardia definiscono il fiume Chiese come non idoneo, soprattutto nel periodo estivo, a garantire l’adeguata diluizione dei reflui scaricati, per via della scarsa portata». Dunque non c’è la volontà di essere presenti fisicamente nella «cabina di regia» ministeriale sul progetto di depurazione del Garda, che tra l’altro verrà riconvocata a breve e dove per la prima volta, come riferito dal ministro Sergio Costa, la soluzione Gavardo-Montichiari potrebbe essere messa in discussione. «Non vogliamo entrare per forza nella cabina di regia - spiega il sindaco di Gavardo Davide Comaglio - ma chiediamo che nel dibattito in corso anche gli enti superiori sappiano quali sono le criticità che la nostra comunità dovrà affrontare, e quali le indubbie perplessità sul progetto: tutte cose che ad oggi al ministero evidentemente non sono mai state comunicate, quando è invece fondamentale che nella cabina di regia si ascoltino tutti i territori coinvolti». Partiranno a breve anche le lettere indirizzate a tutti i municipi del Garda bresciano: l’obiettivo è organizzare un tavolo di confronto con i sindaci del Chiese. «Abbiamo già fissato la data, il 20 febbraio al Centro Fiera di Montichiari - dice il primo cittadino Marco Togni - e inviteremo tutti i 40 sindaci del Chiese e del Garda: il concetto è chiaro, ad oggi chi decide, Aato e Acque Bresciane, ha fatto le scelte senza mai coinvolgere tutti i soggetti interessati dal progetto, e nemmeno la Provincia, come invece avrebbe dovuto fare, ha mai convocato un tavolo politico con tutti i Comuni. Dunque saremo noi i promotori di questo importante momento di discussione e di confronto: per la prima volta potremo ascoltare le necessità di una parte e dell’altra. Un punto d’incontro non è impossibile: siamo tutti d’accordo che la tutela del Garda sia una priorità, e che l’ambiente vada sempre al primo posto. Dunque è ora che ci parliamo davvero, che proviamo tutti insieme a ragionare ad una soluzione diversa, e che sia condivisa». Un faccia a faccia che, se mai si farà, si annuncia caldissimo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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