Acqua nera
nel Vrenda,
scatta l’emergenza

di Massimo Pasinetti
Il torrente Vrenda: in località Cadella a Odolo è stata individuata la chiazza nera: sono in corso le analisiPolizia locale e Arpa prelevano l’acqua nera dal torrente Vrenda
Il torrente Vrenda: in località Cadella a Odolo è stata individuata la chiazza nera: sono in corso le analisiPolizia locale e Arpa prelevano l’acqua nera dal torrente Vrenda
Il torrente Vrenda: in località Cadella a Odolo è stata individuata la chiazza nera: sono in corso le analisiPolizia locale e Arpa prelevano l’acqua nera dal torrente Vrenda
Il torrente Vrenda: in località Cadella a Odolo è stata individuata la chiazza nera: sono in corso le analisiPolizia locale e Arpa prelevano l’acqua nera dal torrente Vrenda

Un nuovo episodio con rischio d’inquinamento interessa la Vallesabbia, questa volta nel torrente Vrenda. Mentre ad Agnosine si è in attesa di risposte sul funzionamento del sistema antincendio della ditta Geiger Italia che lavora rifiuti in seguoto all’incendio di domenica mattina dentro lo stabilimento, che per quasi due ore ha sparso fumo denso per l’intera Conca d’Oro, un altro allarme ambientale è scattato ieri e ora si attendono le analisi dei campioni da parte dell’Arpa per capirne la gravità. IN TERRITORIO di Odolo in zona Cadella, è scattata l’emergenza: «In mattinata -spiega il comandante della Polizia locale Fabio Vallini - ci hanno segnalato uno sversamento nel torrente Vrenda a Odolo. Subito siamo intervenuti con i tecnici dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, per risalire il corso del torrente alla ricerca del punto segnalato. Siamo così arrivati in località Cadella dove, individuata la chiazza nera, abbiamo prelevato il liquido da esaminare. Grazie alla tempestività dell’intervento e alla conoscenza del territorio. abbiamo anche individuato l’azienda dalla quale deriva lo sversamento - rivela il comandante Vallini - grazie a immediati prelievi sia in corrispondenza dell’azienda che a monte e a valle della stessa». Secondo questi primi riscontri, in attesa di conferme, si tratterebbe della Acciaierie Venete spa, la ex Leali Steel, che lavora l’acciaio. Ma conferme più precise sono attese, e in particolare si attendono i risultati delle analisi: «Se ci fosse inquinante potrebbe essere formalizzata una notizia di ipotesi di reato d’inquinamento, ma tutto dipenderà dalle risultanze delle analisi stesse che, sulla campionatura raccolta, sono a cura dell’Arpa. Se il liquido raccolto invece non dovesse contenere inquinanti, il tutto verrà derubricato a una semplice ammenda per sversamento non autorizzato». Ora tutte le carte sono in mano ai tecnici di Arpa, che provvederanno ad analizzare il liquido nerastro raccolto, la cui composizione è per ora sconosciuto. Sarà a quel punto che le autorità competenti saranno autorizzate ad agire di conseguenza. Da parte dell’azienda, interpellata, per ora nessun commento. •

Suggerimenti