il caso

Chiari, addio a otto chilometri di siepi: bufera sul parco monumentale

di Massimiliano Magli
Botta e risposta tra opposizioni e maggioranza sulla manutenzione del verde della dimora. La Lega attacca: «Cancellato un prezioso patrimonio storico» Pederzoli: «Abbiamo migliorato la prospettiva di villa Mazzotti»
Villa Mazzotti: la gestione del verde della storica dimora continua a far discutere
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Escluso dall’agenda delle priorità per oltre trent'anni, penalizzato dall’esclusione dei finanziamenti pubblici, il parco di Villa Mazzotti attende la sua rinascita. E il tempo che passa gioca contro la sostenibilità del progetto di conservazione perchè il degrado aumenta facendo lievitare costi e lista degli interventi necessari a un recupero radicale e mirato. L’Amministrazione civica ha pensato in grande varando un piano d’opera del costo di 2,5 milioni di euro, ma al momento il sogno resta nel cassetto a meno di una svolta nella ripartizione dei fondi del Pnrr. Intanto sugli spazi esterni della Villa si discute. Dopo gli interventi promossi in economia, la Lega attacca con il consigliere Roberto Campodonico, criticando «la rimozione di tutte le siepi sul lato ovest e nord, patrimonio della dimora storica, al punto che anche il Fai le aveva catalogate come parte integrante del patrimonio botanico». Secondo il consigliere di minoranza «è stata fatta tabula rasa di una ricchezza ambientale, cancellando otto chilometri di siepi che erano anche un bene estetico per il parco. Per questa ragione chiedo quali autorizzazioni siano state richieste per un intervento tanto drastico».

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Non si è fatta attendere la replica di Ermanno Pederzoli, consigliere comunale che delega al parco. «Premetto che mi stupisco del dubbio dell'opposizione – afferma l’esponente dell’esecutivo-: secondo il consigliere Campodonico i nostri uffici si sarebbero mossi senza aver prima studiato permessi e possibilità di intervento. Intanto voglio precisare che gli 8 chilometri di siepi sono una stima ridicola oggi. Forse decenni fa si poteva ipotizzare una lunghezza del genere, quando l'intero parco era oggetto di una sistemazione all'italiana. Oggi quelle che Campodonico chiama siepi sono in realtà carpini monchi, ossia capitozzati per lascarli nani». Per il recupero del parco sono è stato ipotizzato un investimento 2,5 milioni di euro, un’operazione sostenibile solo con fondi pubblici. Ma l’esecutivo non vuole restare con le mani in mano. «Abbiamo promosso un intervento necessario – conclude Pederzoli – ripulendo spazi coperti di rovi ed erbacce che erano diventati dei coperchi di discariche formate da strati di rifiuti abbandonati. E oggi chi da viale Mazzini transita può vedere la profondità il polmone verde in tutto il suo splendore».

Il Comune dopo le siepi vuole eliminare anche il canneto del parco
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Una pecca tuttavia è trasversale alle Giunte di ogni colore che si sono alternate in trenta anni alla guida di Chiari: la mancata valorizzazione della tomba dei cani di Villa Mazzotti sta facendo deperire uno dei monumenti simbolo della storica dimora. La lapide ancora oggi è completamente nascosta dietro a un canneto, a dispetto del suo valore. «Arriveremo anche lì – garantisce Pederzoli – e anche il canneto avrà vita breve, poiché è poco attinente al contesto botanico-naturalistico parco». •.

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