Amico di tutti, anfitrione di un calcio che non c’è più

di Giorgio Fontana

Magari in alcuni dei nuovi protagonisti del calcio bresciano il nome di Domenico Archetti non evoca particolari ricordi, ma per i meno giovani le serate estive alla Campagnola di Gussago, dove Archetti era padrone di casa, ma anche e soprattutto amabile intrattenitore, oltre che profondo conoscitore dell’ambiente calcistico, non saranno facilmente dimenticabili. Lui ci conosceva tutti, conosceva le abitudini dei suoi ospiti calciofili e per tutti aveva la battuta (o anche il consiglio) giusta. ERANO GLI ANNI in cui la Campagnola era la sede quasi ufficiale del calciomercato dilettantistico, qui incontravi i dirigenti che venivano anche da fuori provincia, dove la fama di Domenico e del suo locale era arrivata e conosciuta come dalle nostre parti, e Domenico era sempre lì ad aggirarsi tra i tavoli e a prendere nota, magari per non essere sempre d’accordo con gli affari conclusi. Ma di Domenico ricordiamo l’affabilità, una caratteristica che ti faceva sentire come a casa tua, tanto che poi molti degli avventori che si trovavano nelle sere del mercato sono diventati clienti abituali, conquistati dal suo modo di fare amichevole, oltre che dalla sua cortesia e dal fatto che alla Campagnola non si mangiava assolutamente male con costi estremamente ragionevoli. Ecco Domenico era un ristoratore che diventava amico di tutti, e alle sere nel suo ristorante era legato un modo di fare calcio, di intendere i rapporti tra le varie società e i loro dirigenti, che forse non appartiene più al mondo del calcio, nemmeno a quello dilettantistico. Era sotto la sua supervisione che alla Campagnola prese vita l’Associazione dei direttori sportivi bresciani, propiziata da Nazario Gatti, con l’imprimatur di Archetti. Ecco: Domenico ci mancherà, e mancherà a tutti quelli che hanno avuto la ventura di essere prima suoi ospiti e poi suoi amici, e ci mancheranno il calcio e l’epoca da lui caratterizzati. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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