Auto pulite per lavori sporchi Scatta la caccia ai prestanome

di Simona Duci
A destra il vicecomandante della Polizia locale Andrea Vilucchi Un posto di blocco con il supporto  delle telecamere mobili
A destra il vicecomandante della Polizia locale Andrea Vilucchi Un posto di blocco con il supporto delle telecamere mobili
A destra il vicecomandante della Polizia locale Andrea Vilucchi Un posto di blocco con il supporto  delle telecamere mobili
A destra il vicecomandante della Polizia locale Andrea Vilucchi Un posto di blocco con il supporto delle telecamere mobili

Auto «pulite» per lavori «sporchi». L’ultima frontiera della mobilità criminale è quella di intestare i mezzi da utilizzare per furti e rapine a persone irreperibili. Ma la tecnologia è pronta a contrastare il fenomeno. E a testare per primo in Lombardia il «grande fratello 4.0» sarà la Polizia locale di Capriolo. Si tratta di un ulteriore tassello della rete di videosorveglianza con fibra ottica che dal 2017, ogni anno aggiunge nuove tecnologie grazie agli investimenti dell’Amministrazione civica. Da settembre entrerà in funzione una speciale videocamera con un sofisticato sistema di riprese a un’elevata qualità dei singoli fotogrammi, anche a raggi infrarossi per la rilevazione notturna. Sarà possibile identificare modello e colore delle vetture con una certezza del 95%. Grazie all’incrocio digitale dei dati di immatricolazione sarà possibile scoprire in tempo reale targhe false o trasferite da un mezzo all’altro. Con un database dedicato si evidenzierà se l’auto è intestata a una persona che ha la proprietà di un parco veicoli esagerato e sospetto. Si tratta dei prestanome che dietro compenso cedono alla criminalità automezzi che si rivelano «fantasma». «ALLA GUIDA SPESSO si nascono diverse categorie di criminali – conferma il vicecomandante della Polizia locale di Capriolo Andrea Vilucchi - ladri, truffatori, spacciatori. Impossibile che passino inosservati. Abbiamo 7 varchi, l’ottavo entrerà in funzione a settembre. La tecnologia, ci ha permesso molte volte di ricostruire mosse e percorsi che sono stati determinanti per la risoluzione di casi di pirati della strada e di furti». Nuove tecnologie investigative, banche dati interconnesse a sistemi di videosorveglianza fissi e mobili sono efficace forma di contrasto ai prestanome, «un fenomeno sempre in crescita, in Italia se ne contano 150 mila - spiega il vicecomandante -. La pratica impedisce di sapere chi sia l’effettivo utilizzatore dei mezzi, e a cui generalmente si trovano intestate decine di auto. Solo dall’inizio dell’anno, considerando il lockdown, sono stati 5 i casi. Sono persone che il più delle volte vivono in città, stranieri irregolari, o provenienti dall’est d’Europa, che trovano nelle burocrazie sull’immatricolazione gioco facile». Per il 2021 l’idea è un progetto dedicato, e mirato sulla sicurezza stradale legato ai database già esistenti, che faccia rete tra interforze per rendere più facile e veloce il trattamento dati. «Per ora abbiamo messo in mano il piano a un consulente - spiega Vilucchi –. In Lombardia saremmo i primi. Un progetto simile è stato fatto a Livorno, e hanno ottenuto buoni risultati. Ovviamente quando verrà presentato, dovrà ricevere l’ok della Giunta e poi della Prefettura». •

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