Basket, il campetto fa «vincere» la discordia

di Paolo Tedeschi
Una telecamera vigila sul campetto di basketL’assemblea pubblica di CoccaglioNon c’è pace a Coccaglio per il campetto di basket
Una telecamera vigila sul campetto di basketL’assemblea pubblica di CoccaglioNon c’è pace a Coccaglio per il campetto di basket
Una telecamera vigila sul campetto di basketL’assemblea pubblica di CoccaglioNon c’è pace a Coccaglio per il campetto di basket
Una telecamera vigila sul campetto di basketL’assemblea pubblica di CoccaglioNon c’è pace a Coccaglio per il campetto di basket

Il «caso» del campetto da basket di Coccaglio, con i canestri fatti togliere un anno e mezzo fa dal sindaco Franco Claretti, «per tutelare il diritto alla salute di due residenti gravemente ammalati», impossibilitati «a sopportare il palleggio continuo anche fuori dagli orari regolamentari», cui ha fatto seguito una diffida all’Amministrazione comunale con richiesta di danni inviata da quattro residenti, ha fatto discutere mezza Italia. E probabilmente lo farà ancora, visto l’evolvere della situazione. A DIFESA del diritto al gioco, in poche si era costituito un pacifico ma combattivo comitato spontaneo per la difesa del campetto Marcolini: dopo vari sit-in spontanei è riuscito a raccogliere 435 firme «fisiche», più altre 3.144 tramite un’apposita petizione on-line. Una iniziativa per chiedere che i canestri potessero «tornare al più presto al loro posto», o almeno venisse organizzata un incontro pubblico nel quale discutere pubblicamente e ufficialmente con il Comune delle ragioni della scelta adottata e delle possibili soluzioni. Al campetto, orfano dei canestri, successivamente c’è stata un’affollata assemblea pubblica. In quell’occasione l’assessore comunale allo Sport e alla Sicurezza, Wolmer Bono - riconfermato nello stesso ruolo nell’estate scorsa nella nuova amministrazione comunale del sindaco Alberto Facchetti -, a nome dell’Amministrazione Claretti, si era impegnato a trovare una risposta entro la fine dell’anno. Si era concretizzata nella scorsa primavera con lo smantellamento dello storico campetto e la «ricostruzione», sempre al parco Marcolini, di una struttura polivalente con un tappetino in materiale fonoassorbente, costata 40 mila euro di cui 17 mila ottenuti a fondo perduto dalla Regione Lombardia. PER TENERE sotto controllo, 24 ore su 24, il parco e i suoi campi da gioco, nello stesso periodo, l’Amministrazione comunale ha fatto installare anche una telecamera collegata direttamente al comando della Polizia Locale. Ma tutto è stato inutile: la maleducazione, l’inciviltà e l’insensibilità di qualcuno continua a farla da padrone. E i residenti, che già un anno a mezzo fa, hanno inviato una prima diffida, ora lamentano che la situazione non solo non è migliorata, ma è addirittura peggiorata. Un gruppetto, senza curarsi delle esigenze degli altri, non solo gioca a calcetto, o a basket, fuori dagli orari consentiti (dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 23), ma continua a fare schiamazzi anche nelle ore notturne, diffondendo musica a tutto volume con potenti stereo portatili, proprio sotto le finestre dei residenti. A nulla sono valsi gli interventi della Polizia Locale, che non può essere presente 24 ore su 24: come emerso durante un’assemblea pubblica, organizzata proprio sul tema dal Comune, non appena gli agenti si allontanano la situazione ritorna esattamente come prima. Presente all’incontro anche l’ex-portavoce del Comitato spontaneo, Michele Barbaro: ha escluso, categoricamente, che questi maleducati «facciano parte del gruppo di appassionati di basket che avevano dato vita al comitato spontaneo». Anche perché molti di loro ora non giocano più al campetto Marcolini, ma si sono ormai trasferiti al campetto da basket dell’oratorio di Cologne. IL SINDACO Alberto Facchetti, recependo quanto emerso durante il momento di confronto pubblico, ha promesso che, entro due mesi, l’Amministrazione «troverà una soluzione al problema, che potrebbe coinvolgere anche altri campetti da basket presenti sul territorio comunale, perché il diritto al gioco non può calpestare il diritto alla salute». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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