Blitz animalista, capanni di caccia devastati

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Gli  animalisti hanno liberato moltissimi richiami vivi Le strutture imbrattate Le associazioni venatorie invocano  maggiori controlli Uno dei dodici appostamenti danneggiati nel corso del maxi raid
Gli animalisti hanno liberato moltissimi richiami vivi Le strutture imbrattate Le associazioni venatorie invocano maggiori controlli Uno dei dodici appostamenti danneggiati nel corso del maxi raid
Gli  animalisti hanno liberato moltissimi richiami vivi Le strutture imbrattate Le associazioni venatorie invocano  maggiori controlli Uno dei dodici appostamenti danneggiati nel corso del maxi raid
Gli animalisti hanno liberato moltissimi richiami vivi Le strutture imbrattate Le associazioni venatorie invocano maggiori controlli Uno dei dodici appostamenti danneggiati nel corso del maxi raid

Sono dodici i capanni da caccia imbrattati con minacce e insulti o devastati dal blitz animalista scattato sul Montorfano. Ma il conto dei danni alle strutture di appostamento venatorie potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, considerato che non tutti i proprietari hanno ancora denunciato un assalto senza precedenti. A RIVENDICARE un blitz compiuto con l’incisività di un commando è Alf, acronimo di Animal Liberation Front, un’organizzazione animalista per così dire fondamentalista, finita più volte nel mirino dei tribunali per clamorosi boicottaggi ad allevamenti intensivi di animali da pelliccia e laboratori di ricerca che impiegano cavie. Il movimento - che spesso si muove in clandestinità - non è mai stato particolarmente radicato nel Bresciano. Anche per questo gli inquirenti stanno valutando con grande attenzione l’attendibilità della rivendicazione. Con la vernice spray i responsabili dei danneggiamenti hanno lasciato sulle pareti dei capanni il cerchio con all’interno le lettere A, L, F, simbolo appunto di Alf. E, sempre con la vernice, sono comparsi insulti e minacce: «Nessuna tregua, assassini» e poi ancora «cacciatori di m....». I gruppi di Alf hanno dimostrato di conoscere molto bene il territorio: non si esclude che avessero effettuato una ricognizione prima di colpire. Hanno distrutto le postazioni, devastato le infrastrutture e liberato i richiami vivi, almeno centocinquanta esemplari stando al primo censimento dei capannisti danneggiati. Il conto delle incursioni è ancora da stabilire, ma si aggira attorno ai 25 mila euro. Le associazioni dei cacciatori hanno già sporto denuncia, ritenendo il gesto una protesta di gruppi di ambientalisti. L’enclave colpita dall’operazione di Alf è quella compresa tra Coccaglio, Erbusco e Cologne. L’Associazione Cacciatori Lombardi è stata tra le prime a prendere posizione sull’accaduto. «Chiediamo che lo stesso impegno e le stesse risorse impiegate per controllare i cacciatori venga messo in campo anche per questi criminali che non rispettano la proprietà», si legge in una nota di Acl. Solidarietà al mondo venatorio è stata espressa dall’assessore regionale all’Agricoltura e ai Sistemi Verdi Fabio Rolfi. «I cacciatori sono persone che rispettano la legge e che, anche in questo caso, utilizzavano i capanni in maniera regolare, con animali censiti - afferma Rolfi -. Siamo di fronte all’ennesimo attacco violento. L’animalismo radicale e ideologico è un problema di ordine pubblico». L’assessore regionale auspica che vengano individuati i responsabili del raid. «QUESTI INDIVIDUI hanno devastato i capanni e liberato centinaia di richiami vivi destinati a morte certa. Mi auguro che vengano individuati, sanzionati e finalmente colpiti» afferma Rolfi, che invoca una dura presa di posizione del mondo animalista. «Vorremmo che le associazioni prendessero le distanze in modo chiaro ed inequivocabile contro la violenza dell’animalismo militare che pretende di agire al di là della legge e contro chi rispetta le regole. La condanna di queste frange violente è necessaria». •

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