Bosco degli aironi, la salvezza passa dal Pgt

di Paolo Baldi
La nuova passerella di Paratico non tiene conto degli aironiPersone a spasso sotto i nidi della garzaia
La nuova passerella di Paratico non tiene conto degli aironiPersone a spasso sotto i nidi della garzaia
La nuova passerella di Paratico non tiene conto degli aironiPersone a spasso sotto i nidi della garzaia
La nuova passerella di Paratico non tiene conto degli aironiPersone a spasso sotto i nidi della garzaia

Nella migliore tradizione italiana raccomandazioni e prescrizioni vengono regolarmente ignorate. E a Paratico non hanno fatto eccezione: l’inaugurazione della contestata passerella ciclopedonale che costeggia e attraversa il bosco dei taxodi è infatti avvenuta mentre la nidificazione degli aironi cenerini era ancora in corso sugli alberi, e nei fine settimana successivi, anche nell’ultimo, decine di persone hanno varcato i cancelli a piedi e in bici ignorando il disturbo causato agli inquilini alati dei piani superiori. Tante passeggiate fatte anche in compagnia di cani: una presenza che crea non solo un fortissimo disturbo alla fauna selvatica (in questo caso pure protetta), ma rappresenta anche un potenziale pericolo sanitario; perché che piaccia o meno proprio i cani, non a caso normalmente banditi dalle riserve e dalle oasi, sono anche potenziali vettori di agenti patogeni pericolosi per i selvatici. LA DENUNCIA arriva ancora dal Gruppo giovani ambientalisti Paratico, o meglio dal coordinamento «Garzaia libera!» che comprende anche Lac, Oipa, Lav, Lipu e Legambiente basso Sebino che lo stesso Ggap ha promosso. Una denuncia che si allarga e si sviluppa con l’annuncio di nuove azioni a tutela della colonia di aironi e dell’area che la ospita. Partendo dalle stigmatizzazioni, a Paratico iniziano dalla risposta del Parco dell’Oglio al quesito sugli autori del censimento dei nidi i cui numeri erano stati clamorosamente smentiti da quello - scientifico - effettuato successivamente da un ornitologo che segue da anni il sito. Lo aveva effettuato un guardiaparco affiancato da un perito agrario, e i nidi poi ridimensionati dall’esperto, attestando un netto crollo delle presenze in seguito ai lavori per la passerella, si erano miracolosamente moltiplicati. Dell’apertura anticipata delle visite al bosco (nonostante proprio il Parco l’avesse esclusa durante la stagione riproduttiva) e dei cani abbiamo già detto, ma Ggap e coordinamento ricordano anche la «non risposta» avuta dal Comune alle istanze contenute nel dossier sul caso garzaia consegnato al municipio: «Avevamo chiesto all’ente locale di considerare le prescrizioni della Convenzione di Berna relative all’avifauna, di tenere conto dei rischi per fauna e flora e del dettato della legge regionale 86 del 1983 per la protezione delle aree di rilevanza ambientale. Ci hanno risposto dopo molte settimane affermando tra le altre cose che quell’area era già antropizzata e inquinata. Non è di certo un motivo valido per peggiorare ulteriormente le cose, e comunque i dati dimostrano che la copertura vegetale era molto più ricca prima che in questo sito iniziassero i lavori». SUCCESSIVAMENTE il coordinamento ha inviato sempre al Comune una richiesta di accesso agli atti per poter studiare sia il progetto della passerella ormai realizzata, sia quello che prevede un altrettanto preoccupante insediamento residenziale proprio a ridosso del bosco; ma l’ente locale non ha ancora risposto, ignorando anche il limite di 30 giorni stabilito per una replica che è previsto in questi casi. E adesso? «Chiederemo una variazione al Pgt che definisca finalmente il bosco una zona umida, quale effettivamente è (attualmente il Parco dell’Oglio la definisce semplicemente un’area di interesse naturalistico), istituendo una vera tutela per la garzaia e valutando anche il rischio idrogeologico, che in quel punto esiste, in funzione delle previste nuove costruzioni». •

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