Brescia terra promessa degli «enogastronauti»

di Adriano Baffelli
Grazie a un’ offerta enogastronomica turistica di qualità, la Franciacorta è riuscita a contenere  gli effetti negativi della pandemiaLa presentazione in Senato del Rapporto 2021 sul turismo enogastronomico curato da Roberta Garibaldi
Grazie a un’ offerta enogastronomica turistica di qualità, la Franciacorta è riuscita a contenere gli effetti negativi della pandemiaLa presentazione in Senato del Rapporto 2021 sul turismo enogastronomico curato da Roberta Garibaldi
Grazie a un’ offerta enogastronomica turistica di qualità, la Franciacorta è riuscita a contenere  gli effetti negativi della pandemiaLa presentazione in Senato del Rapporto 2021 sul turismo enogastronomico curato da Roberta Garibaldi
Grazie a un’ offerta enogastronomica turistica di qualità, la Franciacorta è riuscita a contenere gli effetti negativi della pandemiaLa presentazione in Senato del Rapporto 2021 sul turismo enogastronomico curato da Roberta Garibaldi

La provincia di Brescia può giocare carte preziose per la promozione turistica, alla luce delle tendenze del settore enogastronomico e della ricchezza di offerta, peraltro eccellente, nel «ramo» food e wine della nostra terra. A maggior ragione nella fase del dopo Covid, caratterizzata dalla ripresa dei viaggi e di una maggiore ricerca dei prodotti tipici. Nel 2020 i turisti italiani hanno riscoperto l’Italia come destinazione, scelta obbligata dalle restrizioni imposte ai viaggi internazionali. Aspetto che accresce la voglia di conoscere il patrimonio dei sapori territoriali. La presentazione in Senato della quarta edizione del Rapporto 2021 sul turismo enogastronomico italiano, curato da Roberta Garibaldi, alla presenza del ministro Massimo Garavaglia e del Sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio, approfondisce il fenomeno. Lo studio evidenzia i cambiamenti della domanda e le opportunità per gli operatori del settore e per i territori che saranno capaci di intercettare i nuovi trend. Il Rapporto recita: «Gli enogastronauti aumentano e sono sempre più consapevoli, attivi, esigenti, innovativi e attenti ai temi della sicurezza e della sostenibilità». Nella scelta degli hotel, la presenza di un’offerta che valorizza i cibi tipici locali è sempre più determinante e l’80% degli intervistati si aspetta una prima colazione impreziosita dai prodotti a chilometro zero. Roberta Garibaldi, professore universitario di Tourism management e presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico, afferma che la crescita del fenomeno è costante: «Nel 2016 soltanto il 21% degli intervistati aveva svolto almeno un viaggio enogastronomico, ora la percentuale è del 55%». «Il turismo enogastronomico in Italia – evidenzia Centinaio – ha enormi margini di crescita. Le eccellenze del Made in Italy possono diventare un traino per l'intero settore. Un esempio emblematico è rappresentato dal vino, connubio fra un prodotto e la valorizzazione del suo territorio». Il comparto ha comunque dovuto fare i conti con la pandemia e un 2020 complesso come osserva la Coldiretti: «L’impatto della crisi innescata dal Covid taglia del 27% il turismo enogastronomico e mette a rischio i 5.266 prodotti alimentari tradizionali. Bene a tal proposito l'annuncio del premier Mario Draghi sull’introduzione dalla seconda metà di giugno del Green pass europeo, mentre da metà maggio sarà in vigore il pass verde nazionale». L’Italia è leader mondiale nel turismo enogastronomico - ricorda la Coldiretti -, che vale oltre 5 miliardi con la ricerca dei prodotti tipici «diventata un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l'Italia che può contare sull’agricoltura più green d’Europa, con la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica». Di certo nei prossimi mesi cresceranno anche nel Bresciano le presenze turistiche all’insegna di piatti di qualità e ottimo vino. Emblematico a questo proposito il trend della Franciacorta, che l’anno scorso ha visto tenere i flussi turistici del 2019 grazie al turismo «mordi e fuggi», ovvero legato a visitatori provenienti nel breve raggio. E se i pernottamenti hanno subito flessioni, le persone che hanno deciso di scoprire anche per un solo giorno le eccellenze agroalimentari della culla del vino Docg hanno fatto registrare un calo risibile o comunque accettabile alla luce dell’effetto Covid.•.

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