Cade nella rete, gli soffiano mille euro

di P.CITT.

Al giudice che le chiedeva cosa sapesse di quella carta prepagata intestata a una società veneta, ma riconducibile a lei e dove sarebbero stati depositati i soldi prelevati in maniera truffaldina dal conto corrente di un 44enne di Travagliato, ha risposto di averla sì attivata in una banca del capoluogo ma di non averla mai utilizzata. «Credevo di averla persa - ha spiegato la donna, una signora bresciana poco oltre la quarantina attualmente detenuta in carcere per altre vicende - in quel periodo in casa mia e di mio marito giravano parecchie persone. Stavamo facendo trasloco e non mi sono accorta di nulla. Penso poi di essere andata dalle forze dell'ordine per fare denuncia». A fare denuncia (ieri la querela è stata ritirata in aula, ma per i reati contestati è possibile per gli inquirenti procedere di ufficio) era invece stato il 44enne che il 14 dicembre 2014 aveva visto evaporare dal suo conto corrente 994 euro. L'uomo era rimasto vittima del più classico episodio di phishing: dopo avere ricevuto una mail che sembrava inviata dalla sua banca, l'uomo ha inserito i propri dati sensibili e le credenziali per accedere ai servizi online. A quel punto era scattata la truffa e il 44enne aveva perso la somma. Ad avvertirlo di quello che era successo è stata, dopo pochi secondi, la sua banca questa volta con un vero messaggio. Troppo tardi però. Il 44enne aveva quindi fatto denuncia ai carabinieri che avevano immediatamente attivato le indagini, in collaborazione con la Polizia postale, per individuare la mente del raggiro. Il lavoro informatico ha portato, non senza qualche difficoltà, alla donna. «Non so chi sia - ha ribadito in aula la vittima della truffa messo davanti all'imputata che nel 2018 ha patteggiato per chiudere un'altra vicenda in cui le veniva contestato l'indebito utilizzo di carte di credito - prima che iniziasse il processo non l'avevo mai vista». Quel denaro il 44enne non l'ha più rivisto. «La banca non me l'ha restituito», ha spiegato in aula tra il rassegnato e l'infastidito. «Nemmeno io l'ho mai avuto - ha provato a giustificarsi la donna - quella carta era stata attivata per pagare l'affitto, ma poi chissà dove è finita. Avevo anche avvertito la banca chiedendo di bloccarla». Il processo riprenderà a fine marzo con la deposizione dell'ultimo testimone, la discussione delle parti e, se ci sarà il tempo, anche la camera di consiglio. •

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