Conto alla rovescia per Nemo «Sarà una speranza per molti»

di Mario Leombruno
Carlo Fiori con la moglie Paola e il figlio Daniele di 21 anniLa Fondazione Richiedei di Gussago ospiterà l’attività di Nemo
Carlo Fiori con la moglie Paola e il figlio Daniele di 21 anniLa Fondazione Richiedei di Gussago ospiterà l’attività di Nemo
Carlo Fiori con la moglie Paola e il figlio Daniele di 21 anniLa Fondazione Richiedei di Gussago ospiterà l’attività di Nemo
Carlo Fiori con la moglie Paola e il figlio Daniele di 21 anniLa Fondazione Richiedei di Gussago ospiterà l’attività di Nemo

Manca meno di una settimana all’attesa inaugurazione del Centro Nemo di Brescia che ha trovato casa all’interno della Fondazione Richiedei di Gussago, nei locali un tempo occupati dalla cardiologia riabilitativa dell’ospedale Civile. Nemo, acronimo di NeuroMuscular Omnicentre, è un centro clinico polifunzionale pensato e realizzato per rispondere in maniera puntuale ai bisogni di chi è affetto da malattie neuromuscolari quali le distrofie, la Sma e la Sla. LA STRUTTURA bresciana aprirà ufficialmente i battenti il 28 settembre e probabilmente diverrà centro di riferimento non solo per i malati della nostra provincia, ma anche per quelli di Mantova, Cremona e, forse, Verona, che al momento afferiscono tutti al Centro Nemo di Milano. Per i malati e le loro famiglie l’apertura di un nuovo Centro Nemo è sempre un successo. Carlo Fiori, bresciano, consigliere nazionale dell’Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare (Uildm), ricorda che neppure due decenni fa di questo tipo di malattie l’ambiente medico sapeva ben poco. Carlo e la moglie Paola hanno tre figli, Francesca, Federica e Daniele, e proprio Daniele, che oggi ha 21 anni, è affetto da distrofia di Duchenne. Questa malattia si manifesta nella prima infanzia ed è la più grave tra le distrofie muscolari conducendo alla completa immobilità. Carlo spiega che «alla nascita di Daniele non avevamo idea di che fare e solo l’essere entrati in contatto con l’associazione Uildm ci ha permesso di muovere passi efficaci in un percorso ai più ignoto, quello delle malattie rare». Quando Daniele era bamino, Carlo lo accompagnava a Napoli perché nel capoluogo campano operava un’équipe con conoscenze decisamente superiori che altrove su queste malattie. «L’ESPERIENZA vissuta a Napoli, l’attenzione di quei medici, il loro lavorare in team, mi colpirono profondamente - conclude Carlo Fiori - L’essere membro del direttivo nazionale Uildm mi aveva permesso di conoscere Alberto Fontana, oggi presidente di tutti i Centri Nemo, e con lui e i rappresentanti delle associazioni Famiglie Sma e Arisla abbiamo cominciato a ipotizzare la realizzazione di un centro finalizzato allo studio e al trattamento delle malattie neuromuscolari». Quell’ipotesi è oggi realtà in molte città d’Italia, e da lunedì prossimo anche Gussago aprirà le porte della speranze alle purtroppo numerose persone che affrontano queste malattie degenerative. Ma non basta, perché ancora troppe famiglie necessitano di un’assistenza adeguata ai loro cari malati. E l’apertura a Brescia lo dimostra. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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