Dopo 200 anni chiude Tradati Addio eleganza

di Massimiliano Magli
Il luccicante ingresso della boutique Tradati di Chiari: dal 1821Specialità della casa: l’eleganza con cura e assistenza sartorialeUn ultimo sguardo sul negozio che chiude dopo duecento anni
Il luccicante ingresso della boutique Tradati di Chiari: dal 1821Specialità della casa: l’eleganza con cura e assistenza sartorialeUn ultimo sguardo sul negozio che chiude dopo duecento anni
Il luccicante ingresso della boutique Tradati di Chiari: dal 1821Specialità della casa: l’eleganza con cura e assistenza sartorialeUn ultimo sguardo sul negozio che chiude dopo duecento anni
Il luccicante ingresso della boutique Tradati di Chiari: dal 1821Specialità della casa: l’eleganza con cura e assistenza sartorialeUn ultimo sguardo sul negozio che chiude dopo duecento anni

«Chiari ha perso il suo angolo più bello». È la frase piovuta nei giorni scorsi, alla vigilia della chiusura della boutique Tradati di Chiari, tra le più antiche di tutta la provincia di Brescia. Quella frase è diventata il manifesto di una serranda che si abbassa e che fa un gran rumore, perché per la prima volta dal 1821 non si risolleverà più. Francesca Lombardo racconta che con il mese di ottobre vanno in soffitta «due secoli di storia, che ho avuto in gestione da mamma Elide e zia Francesca Tradati. Un cliente ha commentato così la mia chiusura e mi ha commosso». INSIEME ALLA MAMMA e alla zia, Francesca è l’emblema di questo negozio, all’angolo di via Villatico e via De Gasperi. Cinque vetrine che, se togli le auto, metti il bianco e nero e qualche fiocco di neve, ti sembra di stare in Canto di Natale di Charles Dickens, quando elenca le vetrine della ricca borghesia inglese. E fa un certo effetto che quel capolavoro risalga al 1843, ben 22 anni dopo l’apertura di questa bottega-atelier che ha raccolto migliaia di visitatori e clienti in questi due secoli. «DECISIONE SOFFERTA, ma frutto di una lunga riflessione – spiega Francesca -. Parliamo di una tradizione così lunga che nemmeno conosco i fondatori della bottega tanto sono lontani nel tempo. Rappresento l’ultima generazione di una famiglia che con me si è aperta allo studio del visual merchandising più moderno, ma i tempi sono cambiati e le motivazioni sono venute meno: non eravamo in crisi, anzi, ma lo sforzo per un negozio così prestigioso deve poter consentire soddisfazioni decisamente superiori». Invece tra saldi che ormai occupano buona parte dell’anno, promozioni spesso furbette on line e tanta confusione, Francesca ha visto svilita l’eccellenza del «fatto su misura», che gli inglesi chiamano «tailor made», ovvero la qualità sartoriale che forse è cosa d’altri tempi. •

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