E Sulzano annulla la proiezione «Quel film è un falso storico»

di C.REB.
La luna di miele tra l’artista e gli amministratori del Sebino è finita
La luna di miele tra l’artista e gli amministratori del Sebino è finita
La luna di miele tra l’artista e gli amministratori del Sebino è finita
La luna di miele tra l’artista e gli amministratori del Sebino è finita

Qualcuno parla di caduta di stile, altri di poca riconoscenza. Ma c’è anche chi pronuncia la parola «tradimento». Come tutte le opere di Christo, destinate a far discutere, anche il film su The Floating Piers ha scatenato reazioni contrastanti. Sui social «volano» le critiche, gli amministratori e le istituzioni non l’hanno presa bene. «Sono amareggiata - ammette il sindaco di Sulzano, Paola Pezzotti -. È evidente che si tratta di un documentario fatto ad esclusivo uso e consumo di Christo, l’“eroe” che salva tutta la situazione. Ma è chiaro che era tutto premeditato: i problemi e le tensioni sono state volutamente create ad hoc. Mi sono ricordata di alcune situazioni particolari, dove “casualmente” era sempre presente la troupe». Il docu-film «è un falso storico - continua Paola Pezzotti -: noi sappiamo quanto tempo e quanto amore abbiamo dedicato a quest’opera. Abbiamo trascurato il nostro lavoro e le nostre famiglie perchè ci credevamo tantissimo. Ritrovarci in un documentario falsato ci addolora molto». «Continuo a pensare che The Floating Piers sia stata un’opera straordinaria, un regalo al nostro territorio, ma tutto questo non ce lo meritiamo - continua il primo cittadino di Sulzano -. Se Christo non vuole ringraziare le istituzioni e chi ha lavorato per lui, può farlo benissimo, ma gettare fango addosso alle persone per innalzare se stesso non va bene. Preferisco rimuoverlo, e tenermi il ricordo bellissimo di quei giorni. Se rifarei tutto? Certamente sì, ma questa volta lo guarderei con occhi diversi». PAOLA PEZZOTTI RIBATTE colpo su colpo anche alle accuse: «Per 16 giorni il mio Comune ha sofferto sotto l’aspetto logistico per l’invasione“ di oltre un milione di visitatori. Dire che ho guadagnato per l’arrivo degli autobus di turisti è un reato. Così come è assurdo l’attacco a Boero: aveva ragione lui, e come responsabile della sicurezza doveva rispettare il programma. Si facevano riunioni di 10 ore al giorno per garantire il funzionamento e la sicurezza. Questa ingratitudine ferisce: Christo resta un grande artista, ma si è dimostrato un misero uomo». Quanto alla proiezione del film, prevista per l’inizio di luglio a Sulzano, il sindaco annuncia che non ci sarà: «Non lo proietto perché è un falso storico. Il territorio e le istituzioni non meritano questo documentario. Spero che lo ritirino dalla distribuzione. Noi, a livello territoriale, ci riserveremo di fare tutte le valutazioni del caso». Anche sui social le critiche a Christo non mancano. «Per buona parte della proiezione si critica l’organizzazione - scrive Luca Zani, che per 16 giorni ha presidiato la passerella tra Sulzano e Montisola -, ma questa è stata la prima volta in cui la provincia di Brescia e il lago d'Iseo si sono dovuti confrontare con una mastodontica “americanata” che Christo con insistenza ha voluto realizzare in un territorio evidentemente inadeguato, collegato al mondo da un’unica provinciale di due corsie larghe quanto due utilitarie. E tuttavia, dopo mezzo secolo di rifiuti e porte in faccia, l'Italia ha accettato con entusiasmo, correndo i rischi che altri Paesi non hanno voluto correre. Qui tutti si sono spesi per la realizzazione di quello che altrimenti sarebbe restato solo un sogno nel cassetto». Gli eventuali problemi, caso mai, «avrebbe dovuto prevederli meglio Christo e la sua squadra, che lo fanno di mestiere dagli anni ’70 - continua Zani -. Addossare tutte le colpe al sindaco di Sulzano o a Mario Boero è una cosa abbastanza vigliacca. La situazione è sfuggita di mano a tutti, è anche andata oltre le previsioni di Christo. Ma non si poteva pretendere che la provincia, la prefettura e i Comuni facessero miracoli». Stefano Terzi è più diplomatico. «Mi è piaciuto il fatto che il film abbia sottolineato tutte le criticità dei primi giorni, che hanno dato spazio al pathos di quei momenti. Ma poi mi sarei aspettato scene di distensione e di ringraziamento verso tutti quelli che hanno reso possibile quest’opera, compresi noi addetti, che abbiamo dovuto improvvisare, avendo perso la prima settimana, che doveva essere di training e di prove generali, a fare tutt’altro». Silvano Alberi «salva» Christo: «Solo una mente folle, illuminata, fantastica e geniale poteva farci sognare in questo modo. Il resto sono parole inutili. “Zio Christo” può anche permettersi tutto questo». •

Suggerimenti