«Fiormaggi» esalta l’oro delle malghe camune

I vincitori del concorso «Fiormaggi» andato in scena a Darfo Boario
I vincitori del concorso «Fiormaggi» andato in scena a Darfo Boario
I vincitori del concorso «Fiormaggi» andato in scena a Darfo Boario
I vincitori del concorso «Fiormaggi» andato in scena a Darfo Boario

La Valle Camonica ha «incoronato» sabato sera i migliori formaggi di alpeggio. La giuria di qualità - formata da Elio Ghisalberti della Guida Espresso, dagli chef Gian Carlo Morelli e Michele Valotti, da Roberto Barbieri e Biagio Primiceri di Slow Food e dall’agronomo Guido Calvi - ha decretato i vincitori della prima edizione di «Fiormaggi», il concorso organizzato da PromAzioni360 di Loretta Tabarini e dall’Associazione Darfense Agricoltori, su invito dell’Amministrazione Comunale di Darfo Boario Terme e con il prezioso coordinamento di Slow Food Valle Camonica. Non è stato semplice scegliere i migliori, tra un plafond di 53 formaggi arrivati sul tavolo della giuria. Che alla fine, però, ha portato a termine il suo compito in modo ineccepibile. Nella categoria «affinati» è stata premiata Melissa Sacellini dell’azienda agricola Le Saiotte di Berzo Inferiore, mentre il Casolet più buono è risultato quello di Sonia Spagnoli della Casera di Gianico. Nadia Salvetti dell’omonima azienda agricola di Losine ha sbaragliato la concorrenza mettendo a segno un bis nelle categorie Ricotta stagionata e Formagella. Di Martino Furloni di Breno il miglior Nostrano fresco, mentre le sorelle Bettoni dell’azienda agricola Prestello di Prestine hanno vinto con il loro Silter. Andrea Bezzi di Ponte di Legno non si è accontentato di vincere il primo premio per il Nostrano stagionato, ma ha conquistato anche il cuore... e il palato del presidente di giuria Gian Carlo Morelli: a lui è infatti andato il premio «Coup de coeur» per il suo Silter. Premiato anche il più giovane casaro in gara, il sedicenne Nicola Botticchio dell’azienda agricola Marta Andreoli di Artogne. Il concorso puntava a valorizzare i prodotti caseari di malga del bacino superiore dell'Oglio. «In Valle Camonica si è sviluppata una straordinaria cultura casearia, con una varietà di prodotti difficile da riscontrare in altre realtà territoriali – sottolinea il vicesindaco di Darfo, Attilio Cristini -. Nel 2018 l'Unesco ha riconosciuto come proprio patrimonio la riserva della Biosfera di Valle Camonica. Tra le sue varie peculiarità la presenza di circa 2230 specie di fiori ufficialmente censite, che rappresentano un quarto della flora italiana e metà dell'intera flora delle Alpi». Una tale varietà floreale del pascolo montano «conferisce al latte prodotto da vacche, capre e pecore, caratteristiche organolettiche che vengono trasmesse ai formaggi attraverso percezioni sensoriali uniche e straordinarie – spiega Gualberto Martini di Slow Food Valle Camonica -. Il concorso “Fiormaggi” esalta proprio queste caratteristiche. La professionalità e la creatività del singoli casari fanno poi la differenza». •

Suggerimenti