IL PROCESSO

Gli affari d’oro del pusher di Rovato: in quattro mesi un incasso di 150 mila euro

di Simona Duci
Le indagini della Locale hanno documentato tremila cessioni di cocaina nel giro di 20 giorni tra Rovato, Coccaglio e Castrezzato

Tremila cessioni di stupefacente, una media di 25 al giorno. E si tratta solo della punta dell’iceberg del fiorente giro di spaccio di un pusher di Rovato ricostruito in 4 mesi di indagini della Polizia locale. Un business illegale smantellato nel 2019 e che ha portato l’altro ieri alla sentenza di condanna a due anni di reclusione e 6 mila euro di multa.

Oltre 200 "clienti" fissi

Nell’agenda commerciale dell’insospettabile tunisino figuravano oltre 200 clienti fissi che si rifornivano da lui di cocaina. La vicenda è stata ricostruita durante il processo all’immigrato di 40 anni residente a Rovato, ma domiciliato a Bergamo.

L'inchiesta è scattata da dopo la segnalazione alla Polizia locale di un residente di movimenti sospetti in un parcheggio privato. Gli agenti sono intervenuti scoprendo nelle tasche del tunisino solo poche dosi. Il pusher se l’era cavata con una denuncia a piede libero. Ma una distrazione è costata molto cara allo spacciatore che ha perso lo smartphone, recuperato dalla Polizia locale.

L’esame della memoria del cellulare si è rivelata una miniera di informazioni, indizi e prove dell’attività illegale. I numeri contenuti nell’agenda del telefonino hanno consentito agli agenti di contattare i clienti del pusher che in molti casi hanno ammesso di acquistare la droga dal tunisino.

Tremila cessioni e un incasso di 150 mila euro

Insieme a diverse testimonianze ed immagini incrociate delle telecamere della videosorveglianza, la polizia locale di Rovato è riuscita a ricostruire 3 mila cessioni considerate durante il periodo di indagine. Nei quattro mesi di indagine lo spacciatore aveva incassato 150 mila euro. Il mercato si estendeva anche a Coccaglio e Castrezzato.

Per coprire l’attività illegale, lo straniero continuava il suo lavoro di addetto alle pulizie. Nonostante gli introiti da urlo manteneva uno stile dimesso, usando un’utilitaria e vestendo in modo dimesso. In realtà era una vera macchina imprenditoriale. I viaggi sempre rapidi, e con quantità considerevolmente basse, considerando il labile confine tra spaccio e uso personale.

Ma la giustizia ha presentato il conto a B.S.I. condannato si diceva a due anni di reclusione. «È stata un’indagine particolarmente complessa e faticosa - ammette la comandante della Polizia locale di Rovato Silvia Contrini – abbiamo impiegato molte risorse, ore e attenzione al caso. Ancora una volta oltre a ringraziare la mia squadra di agenti, per l’approfondito lavoro svolto, ringrazio anche i nostri cittadini. Con i quali negli ultimi anni abbiamo stretto un rapporto di fiducia e di collaborazione attiva che ha portato a molti riscontri positivi. Come anche in quest’ultimo caso». •.

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