Il fante uscito vivo dall’inferno russo compie un secolo

di Fausto Scolari
Angelo Venni classe 1919
Angelo Venni classe 1919
Angelo Venni classe 1919
Angelo Venni classe 1919

Cent’anni e la memoria di ferro, lucida e limpida. Domani il padernese Angelo Venni, classe 1919, memoria storica del paese franciacortino, sarà festeggiato dai famigliari e dagli amici. Angelo Venni è un sopravvissuto della campagna di Russia. Tiene il suo diario di guerra stretto tra le mani, lo conosce a memoria, perché quei ricordi di guerra non spariscono mai. Ritornano alla mente ogni giorno. Lui a suo modo è stato comunque «fortunato»: tornò prima della disfatta di Nikolajewka. Venni partì per il servizio militare il 21 marzo 1939, assegnato alla compagnia mortai nel Reggimento fanteria della divisione Torino. Il 18 luglio del 1941 partì da Roma alla volta del fronte Russo. Il 28 settembre fu la data del battesimo del fuoco con l’attacco allo postazioni nemiche a Ubeni che gli fece ottenere la promozione a sergente. Seguirono mesi di guerra, paura, fatiche, condizioni di vita sempre più difficili. Il 6 ottobre, e qui fu la sua fortuna, il suo reggimento venne richiamato dal fronte russo. Il 26 dicembre rientrò al Brennero riassegnato al 54° battaglione mortai di Catania. Venne fatto prigioniero dagli inglesi il 13 luglio 1943 a Solarino vicino a Siracusa e portato in prigionia a Tripoli nel campo di concentramento 313 dove giunse il 19 luglio del 1943. Il 20 aprile 1945 il ritorno in Italia a Taranto dove il 1° agosto indossa la divisa del nuovo esercito italiano. A Barletta gli danno il fucile e viene inquadrato nel battaglione Guardia di Barletta. Il 30 ottobre 1945 l’atteso congedo. L’incubo dopo 60 mesi di guerra è finito e per Angelo Venni ricomincia la vita civile. •

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