Il precedente: dagli abissi del lago riaffiora un «tesoro» di 3.500 bottiglie di vino

di Cinzia Reboni
Il sopralluogo dei sub nella cantina allestita in fondo al lago di IseoIl carico di bottiglie di spumante recuperate ieri mattina a Montisola
Il sopralluogo dei sub nella cantina allestita in fondo al lago di IseoIl carico di bottiglie di spumante recuperate ieri mattina a Montisola
Il «Nautilus» riemerso dal lago d'Iseo: immagini delle casse ripescate

Se Christo ha compiuto il «miracolo» di far camminare la gente sull’acqua, ieri mattina, proprio davanti a Montisola si è materialiazzato un prodigio che si ripete ogni anno. Le acque del lago hanno «restituito» 3.500 bottiglie di vino Nautilus, il prezioso «tesoro» custodito negli abissi dal 2013. Un «esperimento» al quale Alex Belingheri, titolare dell’Azienda Agricola Vallecamonica, è ormai abituato.

La zona di produzione del vino è quella della piana delle «Colture» e dell’appezzamento Ruk, entrambi a Cividate Camuno. Radici vecchie e ceppi centenari di uve rosse da biotipi o varietà locali che si prestano anche per realizzare l’antico sogno di Belingheri: creare un Metodo Tradizionale, un Blanc de Noirs.

Tutto perfetto, se non fosse per un piccolo particolare: il viticoltore non possiede una cantina adatta. Ed è così che Belingheri pensa al lago. Nel 2011 immerge per un anno nelle acque del Sebino 1.550 bottiglie «sperimentali» di Millesimo 2010 a 40 metri di profondità, in quella che ormai è diventata la «sua» cantina.

L’anno successivo cala 7.500 bottiglie, 20 Jèroboam e 50 Magnum: la prima parte del Millesimo 2011 viene ripescata nel 2013, la seconda nel 2014, dopo 24 mesi di affinamento. «I vantaggi di questo tipo di vinificazione - spiega Belingheri - sono molteplici, a cominciare dalla temperatura che resta costante a 5 gradi, così come la pressione fissa a 4 bar.

IL LAGO È UNA CANTINA «liquida» perfetta per il Nautilus Cru Storico, uno spumante Pas Dosé: non ci sono sbalzi di pressione, la profondità dell’acqua preserva il vino dalla luce e dall’influenza delle fasi lunari. «E poi - aggiunge Belingheri - ci sono le correnti che accarezzano le bottiglie, svolgendo un naturale battonage. Ritengo che un metodo classico da sole uve rosse autoctone, qual'è il Nautilus Cru Storico, ci possa rimanere a lungo, nel lago, giovandosene». Ieri, sul pontile antistante il ristorante La Foresta di Peschiera Maraglio è andata in scena l’ennesima «sperimentazione»: gli operai e il Gruppo Sub di Montisola hanno lavorato parecchie ore per ripescare 3.500 bottiglie, 50 Magnum e 30 Jèroboam di Millesimo 2012 calate tre anni fa.

SUBITO DOPO si è proceduto all’immersione delle ceste continenti le nuove bottiglie da affinare, (5.185 in totale), che resteranno in fondo al lago fino al 2019. Faranno compagnia alle 3.565 di Millesimo 2013 immerse nel 2014, che verranno ripescate il prossimo anno, e a quelle del Millesimo 2014 (4.210 in totale) che torneranno in superficie nel 2018.

«Siamo stati i primi e gli unici al mondo ad affinare lo spumante 24 mesi in acqua - spiega Alex Belingheri - ed ora ci siamo spinti fino a tre anni: abbiamo finalmente raggiunto il nostro obiettivo».

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