Inseparabili e molto impegnate hanno lasciato Iseo più povero

di AL.ROM.
Alla guida dell’auto finita fuori strada c’era la figlia di una delle due donne decedute SERVIZIO/AGENZIA FOTOLIVE
Alla guida dell’auto finita fuori strada c’era la figlia di una delle due donne decedute SERVIZIO/AGENZIA FOTOLIVE
Alla guida dell’auto finita fuori strada c’era la figlia di una delle due donne decedute SERVIZIO/AGENZIA FOTOLIVE
Alla guida dell’auto finita fuori strada c’era la figlia di una delle due donne decedute SERVIZIO/AGENZIA FOTOLIVE

Ines e Carla Pivetti erano inseparabili: la differenza d’età non aveva alcun peso, e le due sorelle di Iseo decedute nell’incidente stradale sulla A21 amavano trascorrere insieme il tempo. Quello che per loro sarebbe stato l’ultimo viaggio doveva avere un esito piacevole, perché stavano andando in vacanza affidandosi a Laura Lancini, figlia della più giovane delle vittime. La notizia dello schianto che le ha portate via è arrivata nel paese di residenza nel primo pomeriggio, e ha scosso tutta la comunità. Carla, classe 1930, e Ines, di otto anni più giovane più giovane, nella «capitale» sebina erano nate e ci avevano trascorso tutta la vita: abitavano a poche centinaia di metri l’una dall’altra, una lungo via Roma e l’altra nelle vicinanze del centro storico. A piangere Ines, oltre alla figlia Laura, anche l’altro figlio, Ivan, e i nipoti Dario, Matteo e Mattia, con i quali amava trascorrere il tempo. Carla invece era una appassionata di montagna: componente storica del Cai iseano aveva partecipato a numerosi appuntamenti proposti dalla grande associazione escursionistica, ed era stata molto attiva anche nell’organizzazione di eventi; in particolare nello sfondo del rifugio Baita Iseo, sulle pendici della Concarena, in Valcamonica, ristrutturato negli anni ’80 proprio dal Cai. «SIAMO vicini alle famiglie di Carla e Ines - commenta addolorato il sindaco di Iseo Marco Ghitti -; questa è una vera tragedia per l’intera comunità». Entrambe in effetti sono state a lungo attive nel volontariato. Facevano parte dell’Api, l’associazione che riunisce i pensionati iseani: «Avevano prestato servizio per noi - ricordano proprio dall’Api - nella casa di riposo, quando la sede si trovava nel centro storico. Poi, dopo il trasloco della Rsa, avevano continuato al centralino e nell’animazione. Il loro lavoro era prezioso: aiutavano e tenevano compagnia agli ospiti». •

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