Iseo è uscito dal «club» delle Città dell’olio sebine «È meglio fare da soli»

di GIUSEPPE ZANI
Uliveti sul  Sebino: Iseo esce dall’associazione «Città dell’olio»
Uliveti sul Sebino: Iseo esce dall’associazione «Città dell’olio»
Uliveti sul  Sebino: Iseo esce dall’associazione «Città dell’olio»
Uliveti sul Sebino: Iseo esce dall’associazione «Città dell’olio»

Iseo è uscito dal novero delle «Città dell’olio», associazione di cui faceva parte dal 2017 con altri cinque Comuni del Sebino bresciano accomunati dalla coltura olivicola. «LANCIAMO UN SASSO nello stagno», ha commentato il sindaco Marco Ghitti al momento del voto in aula. A favore del recesso, che farà risparmiare 1000 euro l’anno, si è espressa «Iseo sicura»; contraria, invece, la minoranza di «Progetto Iseo». Quali i motivi all’origine della decisione? «La nostra scelta, in controtendenza rispetto all’andamento zonale, creerà stupore e persino malumore, ma creerà anche interesse - ha spiegato Raffaele Barbieri, consigliere di “Clusane unito” incaricato di occuparsi della partita -. L’associazione “Città dell’olio” ha gestito le iniziative nel comprensorio sebino dando un peso maggiore a un paese a noi vicino. Sono un pò campanilista, vero. Il modo con cui “Città dell’olio” si è rapportata con noi non mi va bene». A SENTIRE Barbieri, l’olio prodotto nel comune di Iseo è sì di qualità, ma non è venduto fuori zona, vista la sua scarsa quantità. «Per farne crescere il prezzo, bisogna renderlo unico - ha argomentato il consigliere clusanese-. Ho sentito i nostri olivicoltori. Se mettiamo il nostro olio nel calderone generale, finiamo per essere sommersi. Ho inoltre chiesto in Comunità montana di allestire un frantoio a Iseo: ci sono altre priorità, è stata la risposta ricevuta». La valorizzazione dell’olio iseano, secondo Barbieri, passa anche dalla valorizzazione del pesce di lago. E ha pure denunciato, Barbieri, il mancato coinvolgimento delle scuole negli eventi promossi in riva al lago d’Iseo da «Città dell’olio». «IL NOSTRO extravergine d’oliva - ha aggiunto il consigliere Raffaele Barbieri- va fatto conoscere, ad esempio, nel Cfp di Clusane, anche se il Cfp di Clusane non è una scuola di qualità: manca qualcosa al Cfp di Clusane per essere una scuola di qualità. Tuttavia, gli studenti di qualità si formano allenandoli sul campo». Un giudizio, quello sul Centro di formazione professionale, dal quale ha preso apertamente le distanze l’assessore al Bilancio Giovanna Prati. Ma Barbieri ha precisato: «Così è considerato il Cfp nei nostri paesi». E l’opposizione? Pieranna Faita, leader di «Progetto Iseo», ha rovesciato il ragionamento di Barbieri come un calzino: «Ho avuto informazioni diverse da nostri produttori - ha detto la consigliuera di minoranza -. Essere aggregati a realtà più importanti ci dà maggiore visibilità». Poi ha snocciolato, sempre Faita, alcuni dati sulle altre «Città dell’olio» del lago d’Iseo: Marone ha 17 mila piante di ulivo, Iseo 15 mila, Montisola 14 mila, Sale Marasino 10 mila, Sulzano 8 mila e Pisogne mille. «Iseo è Città dell’olio dal 2017: è autolesionistico uscirne», ha concluso Faita.

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