il lutto/2

L’addio a Mario Basalari: fece grande il «Number One»

È mancato a 80 anni l'artefice del boom della discoteca franciacortina. Il cordoglio social: «Ora aprirai una sala 2 anche in Paradiso»
Sorriso e pollice in alto: così tutti ricordano Mario Basalari
Sorriso e pollice in alto: così tutti ricordano Mario Basalari
Sorriso e pollice in alto: così tutti ricordano Mario Basalari
Sorriso e pollice in alto: così tutti ricordano Mario Basalari

La musica sfuma, la festa è finita. Eppure Mario Basalari, che fino all’ultimo capitava di veder ballare come un ragazzino sulla pista a scacchi bianchi e neri del suo Number One, saprà certo organizzarne di nuove lassù, altrove o chissà. Storico titolare e fondatore del «locale dell’impossibile» di Corte Franca, l’ultimo degli imprenditori della notte, se ne è andato ieri all’età di ottantant’anni, molti dei quali passati in discoteca. «Big boss», com’era soprannominato dai fedelissimi, proprio negli anni Ottanta aveva schiuso per la prima volta le porte Number (abbreviazione tramandata di generazione in generazione), mettendo a frutto le pregresse esperienze al Kalua di Orzinuovi e al Paradiso di San Polo, che aveva aperto invece all’ex calciatore Claudio Correnti. Baffetto vispo, Basalari colpiva non solo per la vena lungimirante e stoica nella sua vocazione, ma soprattutto per la passione sconfinata che nutriva sia nei confronti del suo locale - »teneva a quelle mura più che a qualunque altra cosa» - che della fauna giovanile che tutti i weekend da decenni affolla la megadisco franciacortina, fra le rare superstiti a livello nazionale. E con pochissime rivali in fatto di dimensioni (oltre 35mila metri quadrati, ai vertici anche su scala europea), capienza (con picchi di 16-17mila persone) e di piramidi umane. In sala 2, ça va sans dire. Che grazie a un’intuizione del dj Claudio Lancini in arte Lancinhouse, suffragato dalla lungimiranza dello stesso Basalari, intorno alla metà degli anni Novanta divenne l’epicentro coi bpm a palla di un genere importato dall’Olanda e allora totalmente nuovo per l’Italia, dove divampò come una bomba. Basalari aveva poi saputo traghettare e reinterpretare il suo locale, pur tra alti e bassi fisiologici, oltre i confini del nuovo millennio, dagli anni Dieci alla crisi legata al Covid, tenendo duro e mettendoci faccia e denti stretti anche per tante battaglie in prima linea. Nello stesso modo in cui se ne è andato in un giorno qualunque di metà febbraio, lasciando la moglie Tiziana, il figlio Steven (già da tempo con lui al timone) e la gigantesca famiglia del Number. I funerali si svolgeranno oggi alle 14.30 alla chiesa di Telgate, comune di cui era originario. In tantissimi in queste ore via social ne stanno ricordando la tempra mitologica, con l’immancabile pollice all’insù che sfoggiava sagace in ogni foto: «Per molti di noi il Number è stato una seconda casa. Ci hai regalato serate indimenticabili ed emozioni uniche. Dai apri una sala 2 anche in Paradiso, ci ritroveremo tutti lì... tanto Mario riapre prima o poi».•. E.Zup.

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