L’ambiente «ferito»: via libera al recupero della cava Bregoli

di Massimiliano Magli
La cava in corso di recupero
La cava in corso di recupero
La cava in corso di recupero
La cava in corso di recupero

Quasi dieci anni di attesa, ma finalmente il mercato immobiliare ha supplito alle vicende giudiziarie della cava di prestito di via Rudiano a Chiari. L'impianto, del gruppo Bregoli, era stato attivato nel 2004, finito poi nel polverone delle vicissitudini societarie del gruppo: oggetto di vendita fallimentare, non era mai stato recuperato, così che a Chiari resisteva una enorme ferita, non ripristinata al piano campagna. Lunedì è cominciata la seconda fase del progetto di recupero ambientale dell’Ambito Territoriale Estrattivo Ate13, ovvero quella del riempimento della ex cava con terre e rocce da scavo. Infatti, nelle scorse settimane la società Franciacorta Scavi - convenzionata con il Comune per l’esecuzione dell’opera - ha provveduto sia alla rimozione dei rifiuti e al relativo smaltimento in siti idonei e autorizzati, sia alle analisi di verifica dell’assenza di inquinanti sul fondo degli scavi, oltre al ripristino delle scarpate dove necessario. Questa prima fase ha anche accertato l'assenza di contaminazione: infatti, le analisi a fondo scavo hanno confermato che non ci sono sostanze inquinanti, perciò non si è reso necessario avviare una fase di bonifica. Quindi, con il sito in ordine e sgombro da materiali e rifiuti, è partita la fase due, che permetterà il recupero a fini agricoli di una vasta porzione di territorio. Ciò si inserisce all’interno delle direttive dell’Amministrazione comunale, che ha optato per la salvaguardia e il recupero dell’esistente, contro il consumo di suolo e l’inquinamento, e a favore della salute pubblica. Soddisfatta l’assessore alla salute Lucia Baresi: «Siamo felici di questo ripristino del nostro territorio già notevolmente segnato da infrastrutture di servizio». •

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