L’antico stabilimento si converte al turismo

di Alessandro Romele
Lo stabilimento dismesso è stato messo in vendita a 800 mila euroLa vicinanza con il lungolago innalza l’appel urbanistico del comparto
Lo stabilimento dismesso è stato messo in vendita a 800 mila euroLa vicinanza con il lungolago innalza l’appel urbanistico del comparto
Lo stabilimento dismesso è stato messo in vendita a 800 mila euroLa vicinanza con il lungolago innalza l’appel urbanistico del comparto
Lo stabilimento dismesso è stato messo in vendita a 800 mila euroLa vicinanza con il lungolago innalza l’appel urbanistico del comparto

Rappresenta un epica pagina della storia dell’industria. Al momento della sua dismissione avvenuta alla fine del secolo scorso era un feltrificio, ma il sito produttivo, che risale al 1600, ha ospitato svariate attività manifatturiere specchio dell’evoluzione economica del paese. LO STABILIMENTO è incastonato tra il torrente Bagnadore e il centro storico in un comparto di 4500 metri quadrati. La fabbrica dismessa è fisiologicamente in preda al degrado, ma all’orizzonte si prospetta una seconda vita per l’ex feltrificio. La famiglia Moglia proprietaria dell’immobile ha deciso di mettere in vendita il sito. Il prezzo è fissato in 800 mila euro, ma il grosso dell’investimento è rappresentato dalla riconversione. Ma in aiuto al potenziale acquirente arriverà il piano urbanistico al vaglio dell’Amministrazione comunale che punta ad agevolare e rendere finanziariamente sostenibile la rigenerazione. «L’opportunità offerta ai privati di acquistare l’immobile – ammette il sindaco Alessio Rinaldi – è una buona notizia per lo sviluppo di Marone. La riconversione è un’occasione straordinaria per mettere a punto il paese del futuro». La situazione dell'ex feltrificio è stata analizzata anche nel Piano di governo del territorio. «Lo strumento urbanistico - spiega Rinaldi - prevede una cubatura di 11 mila metri cubi da sviluppare da poter impiegare per strutture ricettive, turistiche o edifici residenziali. L’ex fabbrica potrebbe essere trasformata in una sorta di quartiere di grande appeal immobiliare considerata la vicinanza al lungolago, al centro del paese e alla zona del municipio». Tante quindi le opzioni a disposizione di chi deciderà di acquistare l’edificio industriale dismesso. «LE SOLUZIONI dovranno naturalmente essere compatibili con il contesto architettonico e urbanistico della zona - rimarca il sindaco -. Marone negli ultimi anni ha visto uno sviluppo esponenziale nel settore ricettivo e turistico». Dopo 400 anni l’immobile che ha ospitato nel tempo segheria e falegnameria, setificio e lanificio, potrebbe insomma diventare un volàno del rilancio di Marone. •

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