«L’ospedale di Iseo non si tocca»

di Giancarlo Chiari
Nove milioni di euro chiesti alla Regione per investimenti a Iseo
Nove milioni di euro chiesti alla Regione per investimenti a Iseo
Nove milioni di euro chiesti alla Regione per investimenti a Iseo
Nove milioni di euro chiesti alla Regione per investimenti a Iseo

C’è poco da girarci intorno, dice Mauro Borelli direttore generale dell’Asst della Franciacorta: a Iseo il punto nascite non potrà ripartire per i dettami di un decreto ministeriale che fissa in 500 nascite la soglia minima da raggiungere per poter svolgere il proprio compito. Borelli poi replica a chi paventa la dismissione della struttura ospedaliera. «Iseo è fondamentale, abbiamo già investito 5,6 milioni di euro e ne investiamo altri dodici per farne l’ospedale di riferimento del lago. I primi quattro già finanziati sono in corso: 980 mila per l’adeguamento strutturale dell’edificio a trifoglio e 3 milioni per la nuova radiologia, di cui è stato definito il progetto esecutivo. Abbiamo trasmesso alla Regione la richiesta di altri 9 milioni, 3,8 per finanziare ampliamento e nuove attrezzature del Pronto soccorso, 1,5 per l’efficientamento energetico, 2,5 per l’adeguamento antisismico dell’ex convento, 1 per la costruzione del nuovo Cup, 300mila per moduli per terapia semintensiva». E IL PUNTO NASCITE? «Ho già spiegato che è impossibile riaprirlo. Il Decreto ministeriale 70, frutto dall’accordo Stato Regioni approvato in parlamento richiede per aprirlo almeno 500 nascite, in fase iniziale il Dm 70 ne prevedeva almeno 1.000, per assicurare a mamme e neonati tutte le garanzie di tutela e sicurezza. Nessuna Asst può cambiare leggi di competenza del parlamento e del governo: sarebbe più utile raccogliere firme per potenziare l’ospedale e aumentare il personale ricordando i mesi della pandemia e che a Iseo siamo riusciti a creare 3 posti letto di terapia intensiva». Ma c’è chi sostiene che Iseo è destinato a chiudere? «C’è chi crede che il Covid non esista, come la donna che ieri, a Chiari, rifiutando la mascherina, è entrata in radiologia, facendoci correre il rischio di chiuderla per sanificarla. Chi diffonde bufale danneggia qualsiasi ospedale, scoraggiando la partecipazione informata necessaria per ottenere finanziamenti. Forse a Iseo i parti si sono ridotti perché chi seguiva le partorienti le ha indirizzate altrove». Adesso che farete? «Stiamo valutando se ricorrere alle vie legali per stroncare le bufale, tanto più che sanitari e personale dell’Asst Franciacorta - fa notare Borelli con soddisfazione sono stati presentati come un modello all’ultimo convegno mondiale a Austin». Le prossime opere? «Il collaudo delle finestre di neuropsichiatria, che hanno dimostrato i problemi di operare su edifici storici, poi il via alla nuova radiologia». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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