La Lacustre rinnova
la magia. Il viaggio
nel tempo è a pedali

di Giuseppe Zani
Atmosfere da Belle Époque  ieri mattina sul lungolago di Marone Abbigliamento d’epoca per celebrare il mito dei pionieri del ciclismo Lucio Leoni l’«arrotino» circondato da amici e concorrenti Erica Guizzetti e sulla destra il presidente della Comunità Marco GhittiLa Lacustre ha messo in vetrina  autentici cimeli a due ruote
Atmosfere da Belle Époque ieri mattina sul lungolago di Marone Abbigliamento d’epoca per celebrare il mito dei pionieri del ciclismo Lucio Leoni l’«arrotino» circondato da amici e concorrenti Erica Guizzetti e sulla destra il presidente della Comunità Marco GhittiLa Lacustre ha messo in vetrina autentici cimeli a due ruote
Atmosfere da Belle Époque  ieri mattina sul lungolago di Marone Abbigliamento d’epoca per celebrare il mito dei pionieri del ciclismo Lucio Leoni l’«arrotino» circondato da amici e concorrenti Erica Guizzetti e sulla destra il presidente della Comunità Marco GhittiLa Lacustre ha messo in vetrina  autentici cimeli a due ruote
Atmosfere da Belle Époque ieri mattina sul lungolago di Marone Abbigliamento d’epoca per celebrare il mito dei pionieri del ciclismo Lucio Leoni l’«arrotino» circondato da amici e concorrenti Erica Guizzetti e sulla destra il presidente della Comunità Marco GhittiLa Lacustre ha messo in vetrina autentici cimeli a due ruote

Marone è tornato a trasformarsi ieri in una sorta di set cinematografico. In scena, la partenza e l’arrivo de «La Lacustre», il giro del Sebino in bici e vestiti d’epoca. Non è la Coppa Cobram, dove si fa a gara a chi indossa l’abbigliamento più goliardico, ma una festa a tema con riferimenti storici: un allegro cicloraduno intonato alle vicende e alle atmosfere dei primi anni del Novecento. UNA PEDALATA «amarcord» in cui, esibendo pezzi da collezione tirati a nuovo, tutti si sentono protagonisti. Il tempo incerto non ha smorzato l’entusiasmo dei numerosi partecipanti. Sono almeno 350 a presentarsi, in attesa del «Pronti? Via!», sul sagrato della parrocchiale e sul lungolago. Dal cielo, piove qualche goccia. «Ma saremmo venuti anche sotto una pioggia vera- dice Giacomo Algeri, in compagnia di quattro amici di Pradalunga, tutti ex allievi, ex juniores, ex dilettanti-. Abbiamo fatto altre gare di questo tipo. È la prima volta, qui. Panorama stupendo». Sei signore di Darfo, in abiti Belle Epoque confezionati da una di loro, Anna Benedetti, civettano inscenando il gioco della seduzione. Lucio Leoni, residente a Spiraro, è orgoglioso del suo trabiccolo da arrotino: «L’ho trovato al mercatino di Novegro - racconta -. L’ho pagato 1500 euro. Me lo stavo portando via, quando un tizio mi ha proposto di cederglielo, offrendomi molto di più. Non se ne parla, gli ho risposto». Adesso la banda Santa Cecilia di Marone sta facendo del suo meglio per dare la carica ai partenti e scaldare il pubblico. Serena di Giulio e Fred Micheli, di Sale Marasino, stanno per inforcare un tandem anni ’30. «Siamo stati contagiati dalla passione per questi mezzi, che sono autentici pezzi unici», confida lei. IN ALTO volteggia l’idrovolante di Max Barro, pilota di Castro, che più volte si abbassa e fa il pelo alla folla, mandandola al settimo cielo. Adesso in prima fila si schierano gli assessori di Marone Enrica Bontempi e Serena Nichetti, entrambe habitué de «La Lacustre». C’È L’EX SINDACOdi Pisogne, Diego Invernici, stavolta senza papillon ma con maglia a strisce. Prendono posto anche il presidente della Comunità montana del Sebino bresciano, il maronese Marco Ghitti, e la sua compagna, Erica Guizzetti, di Montisola. Pietro Confalonieri è giunto da Milano e, in sella a una «due ruote» munita di bidoncino e bottiglie, recita la parte del lattaio dei bei tempi andati. Non manca neanche stavolta Mario Labadessa, che non passa inosservato perché, in cima alla replica di un biciclo penny farthing del 1875, indossa un elmetto coloniale inglese. Matteo Bonardi, presidente dell’associazione organizzatrice, la «Pedale vintage», scandisce al megafono il conto alla rovescia: si parte sotto un’acquerugiola nemmeno tanto fastidiosa. Già a Iseo, però, uscirà il sole, che rallegrerà la variopinta carovana nelle soste con assaggi e libagioni programmate a Paratico, all’orrido del Bögn e a Costa Volpino e l’accompagnerà sino al rientro e al pranzo servito a villa Vismara. •

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