La nave fantasma: ora scoppia il caso degli «atti segreti»

di Simona Duci
La motonave «Predore», acquistata per la Navigazione Lago d’Iseo e mai entrata in servizio a causa di problemi tecnici
La motonave «Predore», acquistata per la Navigazione Lago d’Iseo e mai entrata in servizio a causa di problemi tecnici
La motonave «Predore», acquistata per la Navigazione Lago d’Iseo e mai entrata in servizio a causa di problemi tecnici
La motonave «Predore», acquistata per la Navigazione Lago d’Iseo e mai entrata in servizio a causa di problemi tecnici

Dopo il buco nell’acqua legato al progetto di Navigazione Lago d’Iseo (Nli), per l’acquisto della motonave a propulsione ibrida «Predore», mai entrata in servizio per presunti problemi strutturali dell’imbarcazione, ora oggetto di battaglia legale, Legambiente nell’agosto scorso e due consiglieri comunali di Paratico e Sulzano, avevano richiesto gli atti della gara, con regolare istanza di accesso, per capire meglio. Ma gli atti sono stati negati e ora ne nasce un «caso nel caso». «UNA RICHIESTA fatta allo scopo di raccogliere maggiori informazioni, - ha spiegato il consigliere di Paratico Tiberio Boni - su una spesa pubblica per una motonave “ecologica” ancora ferma agli ormeggi a due anni dalla sua consegna. Ma la risposta di Nli è stata un definitivo no». La Predore è un’imbarcazione di 30 metri, con 149 posti a sedere, 2,1 milioni di euro investiti, a fronte del bando che prevedeva 1,8 milioni, stanziati da Regione Lombardia. Nave che ad oggi è di proprietà del costruttore. Sulla motonave si è aperto un duro contenzioso tra il costruttore la Zara Metalmeccanica di Venezia e la committente, la Navigazione Lago d’Iseo. «CI HANNO NEGATO gli atti sull’affidamento del progetto alla Meccano Engineering relativo alla motonave Predore e la validazione del progetto stesso posto a base di gara dal committente - ha spiegato Boni -. Ma in realtà l’attività di Lni è in regime di in “house providing”, una longa manus della pubblica amministrazione, e quindi dovrebbe rispondere del suo operato di fronte ai 22 consigli comunali che compongono l’Autorità di bacino. Non si capisce il motivo per il quale Nli non ci voglia consegnare la documentazione: è un nostro diritto». MA DALLA SOCIETÀ è stato chiarito che vista la situazione delicata, con le cause legali in corso, al momento non verranno fornite alla stampa risposte ufficiali sulla vicenda in atto, questo su consiglio dei propri legali. «È questione di sensibilità politica - contrattacca Boni - ed è un dovere quello di svolgere bene il proprio compito. Il ruolo della minoranza è da tutelare, anche se scomodo. Penso alla situazione emergenziale in cui ci troviamo, per il Covid 19 con lavoratori e famiglie in ginocchio: doveroso più che mai rendere conto di come si spendono le risorse». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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