Le reti «killer» stanno soffocando il lago di Iseo

di A.ROM.
I sub hanno recuperato le trappole al largo dell’isola di San PaoloLa Polizia provinciale issa a bordo una rete da 150 metri di lunghezza
I sub hanno recuperato le trappole al largo dell’isola di San PaoloLa Polizia provinciale issa a bordo una rete da 150 metri di lunghezza
I sub hanno recuperato le trappole al largo dell’isola di San PaoloLa Polizia provinciale issa a bordo una rete da 150 metri di lunghezza
I sub hanno recuperato le trappole al largo dell’isola di San PaoloLa Polizia provinciale issa a bordo una rete da 150 metri di lunghezza

L’emergenza reti «killer» sembra non avere fine sul lago di Iseo. Una settimana fa, due guardie volontarie della Provincia e dell’Arci caccia avevano recuperato un chilometro di trappola per i pesci steso dai pescatori di frodo tra le coste di Marone e quelle dell'isolotto di Loreto che aveva ucciso oltre 300 chili di fauna ittica. Nel pomeriggio di sabato un intervento analogo ha interessato la zona dell'isola di San Paolo. Ad intervenire, questa volta, sono stati gli agenti della Polizia provinciale, con il supporto del nucleo sommozzatori della North Central Dyvers di Torre Boldone e dei volontari della Guardia Costiera ausiliaria di stanza a Sarnico, coordinati dal capo centro operativo Diego Nolli. Stavolta la rete era lunga 150 metri, e si trovava a 25 di profondità, distante 200 metri dall'isola: una trappola potenzialmente pericolosa anche per i sub e per la navigazione. Il fenomeno della pesca di frodo sul lago di Iseo è un fenomeno al centro di una preoccupante escalation. Per contrastarlo è stato potenziato un progetto avviato quattro anni: dal 2015 sono stati ben 14 i sequestri di reti abusive effettuati. Quasi tutte oltre i 100 metri di lunghezza, trovate fra Montisola e Predore, davanti a Sale Marasino, sul fronte a lago delle lamette e sulle sponde di Iseo. Le trappole però continuano ad essere seminate ovunque e spesso vengono abbandonate dai pescatori di frodo. Le reti così si ingarbugliano e finiscono alla deriva moltiplicando la loro potenziale pericolosità. •

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