IL CASO

Le Torbiere sotto assalto: un altro giorno di follia

di Paolo Baldi
Sessioni di ballo nel percorso centrale, ticket non pagati, pesca e cani. L'area umida più importante della Lombardia è un «circolo ricreativo». La nuova denuncia delle guardie volontarie di Lac e Legambiente
Gli iscritti a un corso di fotografia lodigiano in visita non autorizzataQueste danzatrici  domenicali si sono esibite nel cuore di una Riserva naturale che dovrebbe essere visitata in silenzio per rispettare la natura
Gli iscritti a un corso di fotografia lodigiano in visita non autorizzataQueste danzatrici domenicali si sono esibite nel cuore di una Riserva naturale che dovrebbe essere visitata in silenzio per rispettare la natura
Gli iscritti a un corso di fotografia lodigiano in visita non autorizzataQueste danzatrici  domenicali si sono esibite nel cuore di una Riserva naturale che dovrebbe essere visitata in silenzio per rispettare la natura
Gli iscritti a un corso di fotografia lodigiano in visita non autorizzataQueste danzatrici domenicali si sono esibite nel cuore di una Riserva naturale che dovrebbe essere visitata in silenzio per rispettare la natura

Se non fosse per l’acqua e le canne si potrebbe pensare di trovarsi nel cittadino Campo Marte nei momenti di maggiore affollamento. Solo che nella grande area verde attrezzata di Brescia c’è più attenzione per il distanziamento e per l’ambiente. È appena trascorsa un’altra domenica di follia nella più importante zona umida della Lombardia, e lungo il percorso centrale, quello stesso percorso che le associazioni ambientaliste e il Comitato tecnico scientifico della Riserva naturale delle Torbiere del Sebino chiedono da tempo di chiudere al pubblico nella stagione delle nidificazioni, per proteggere un’avifauna sempre più assente, si sono visti persino (lo testimonia la foto allegata al servizio) gruppi di ragazze che ballavano. Lo raccontano le guardie volontarie di Lac e Legambiente in servizio di vigilanza, alle prese ancora una volta con una folla spropositata e con una sistematica violazione delle regole. Un terzo dei visitatori non aveva pagato il biglietto (obbligatorio) d’ingresso, e tra i tanti «portoghesi» c’è stato qualcuno che, fermato per un controllo, ha dato il meglio di sé. È il caso di una coppia di Travagliato: alla richiesta di mostrare il ticket che non c’era e poi dei documenti le guardie, naturalmente in divisa, si sono sentite rispondere «Io non do niente a nessuno; voi ci state disturbando». Subito dopo i due si sono allontanati a piedi quasi di corsa, attraversando tampinati dagli agenti tutta la Riserva fino all’area commerciale di Corte Franca, dove la loro fuga è stata interrotta dai carabinieri, chiamati dai volontari e intervenuti immediatamente. L’epilogo? Naturalmente i turisti per caso dovranno onorare il doppio verbale amministrativo da 20 euro per il mancato pagamento del biglietto, ma anche preoccuparsi della denuncia per rifiuto di generalità e di interruzione di pubblico servizio (per occuparsi solo di loro le guardie di Lac e Legambiente hanno perso più di un’ora). Sempre domenica, un altro episodio ha reso l’idea dell’uso da circolo ricreativo che moltissime persone fanno di questa Riserva abbandonata dagli uccelli acquatici che dovrebbe proteggere e sempre più popolata da rumorosi barbari. Nel mezzo della zona «A», quella di maggior tutela, le guardie volontarie hanno sorpreso un bresciano che stava tranquillamente pescando affiancato dalla compagna e dal cane di quest’ultima. Le Torbiere non sono un laghetto per la pesca sportiva e l’ingresso dei cani (oltre che dei cavalli e delle biciclette) è per ovvi motivi vietato. Scocciatissimo, il pescatore di frodo ha lasciato i suoi documenti nelle mani degli agenti e la compagna e il cane sul posto raggiungendo la sua auto sbraitando. Ma questo non gli eviterà la sanzione da 172 euro per l’attività di pesca in zona vietata. La stessa somma che dovrà pagare la sua compagna per l’ingresso con il cane nell’area protetta.•.

Suggerimenti