Lungo la strada del lago di Iseo troppe «trappole» pericolose

di Simona Duci
I giovani ricercatori del CeScam con il direttore del centro studi Benedetto Barabino e il professor Giulio Maternini
I giovani ricercatori del CeScam con il direttore del centro studi Benedetto Barabino e il professor Giulio Maternini
I giovani ricercatori del CeScam con il direttore del centro studi Benedetto Barabino e il professor Giulio Maternini
I giovani ricercatori del CeScam con il direttore del centro studi Benedetto Barabino e il professor Giulio Maternini

Nell’immaginario collettivo l’incidente stradale è questione di destino. «Ma il destino centra poco o niente, - spiega il professor Giulio Maternini direttore del Centro studi città amica per la sicurezza nella mobilità- CeScam di Brescia, - ci sono cause e concause precise su cui intervenire in chiave di prevenzione». Il fattore umano è di certo importante, il veicolo dopo gli anni cinquanta è un caso più che raro, al contrario, resta prioritaria l’infrastruttura stradale. «L’ambiente incide sul 35% dei sisistri - ribadisce il direttore del centro di ricerca dell’Università di Brescia -. Gli incidenti sotto effetto di alcool e droga sono relativamente pochi. Il comportamento stradale indotto dall’ambiente a volte non idoneo, crea invece spesso le condizioni dell’incidente. Ed è proprio su questi fattori, che con la ricerca ci stiamo concentrando». Il CeScam sta elaborando tutti i dati sull’incidentalità sulla rete viabilistica lombarda eseguendo la mappatura delle strade extraurbane che hanno un tasso di incidentalità più elevato. «L’obiettivo - precisa Maternini - è fornire uno strumento efficace, che possa essere utile a perfezionare bandi, e coordinare le risorse a favore degli enti pubblici per la sicurezza stradale. Per dare agli stessi enti delle priorità d’intervento e delle linee guida». Tra le strade extraurbane pericolose a Brescia risultano la 45 bis e la Sp 510. La spina dorsale del Sebino in particolare, al netto delle gallerie presenta innesti e intersezioni ad alto rischio, perchè concepite con soluzioni progettuali superate. «Purtroppo siamo in ritardo di circa 20 anni rispetto al Nord d’Europa – commentata il direttore di CeScam -. L’ultima normativa in Italia sull’infrastruttura è datata 2001, quindi tutte le strade costruite prima non hanno seguito un decreto ministeriale. L’errore dal 2001 in poi per il progettista invece è cogente, ne risponde personalmente. Nel 2006 è stata redatta quella delle intersezioni stradali. Da li in poi essendoci in vigore una legge si ha la certezza di un certo standard, ma resta comunque un limite. Si vincola il progettista a non scegliere una soluzione ottimale, per un determinato caso». Tra le mancanze del sistema stradale, anche una sostanziale mancanza di professionisti idonei alla progettazione di strade e intersezioni. Nei piccoli Comuni la progettazione è di bassa qualità. Molte rotatorie che sono state realizzate non sono a norma, come del resto i tanti monumenti che vengono posizionati al centro di queste rotonde. Pericolosi, tolgono la visibilità, e creano vulnerabilità. «Tra gli ultimi incarichi – spiega Maternini - ad esempio abbiamo avuto il comune di Sarezzo che ha chiesto una collaborazione su come risolvere un’intersezione complessa». In collaborazione con il Direttore del dipartimento di medicina professor Nicola Latronico, il primario del pronto soccorso ed il primario del reparto di rianimazione prossimamente verranno esaminati gli oneri della sanità e come ottimizzarli. •.

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