Mamme e papà in silenzio ma la tensione è altissima ai cancelli della scuola

di Anna Castoldi
La struttura per l’infanzia teatro dei presunti maltrattamenti
La struttura per l’infanzia teatro dei presunti maltrattamenti
La struttura per l’infanzia teatro dei presunti maltrattamenti
La struttura per l’infanzia teatro dei presunti maltrattamenti

C’è tensione all’ingresso del nido «La spiaggia delle tartarughe» di Rodengo. L’attività non si è fermata, ma la notizia delle tre educatrici indagate per maltrattamenti ha turbato la serenità dei genitori dei bimbi che frequentano la struttura privata per l’infanzia. «Non scattate foto, per favore, ci sono dei minori», mormora un’operatrice alla piccola folla di cronisti che si è radunata davanti al nido. Mamme e papà non hanno ovviamente voglia di parlare. Qualcuno si lascia sfuggire una frase a metà: «Aspettiamo a fare processi sommari...». Silenzio invece da parte dei dirigenti del nido. Il neosindaco Luigi Caimi non conosce in modo approfondito il nido finito nella bufera, ma proprio ieri, mentre si diffondeva la voce delle educatrici indagate, era a fare visita alla scuola dell'infanzia Anna e Maria Fenaroli. «È stato un momento molto bello, è una realtà che nulla ha a che vedere con questi episodi di maltrattamenti - sottolinea -: se i genitori volessero trasferire i propri figli da “La spiaggia delle tartarughe” all'asilo Fenaroli c'è piena disponibilità». L’inchiesta ha innescato una serie di commenti politici. «L’episodio di Rodengo dovrebbe spazzare ogni dubbio sull’utilità delle telecamere per prevenire ogni abuso - afferma il consigliere regionale Viviana Beccalossi -. La Lombardia è stata la prima regione a dotarsi di una legge su questo tema e sarà importante ora monitorare la sua applicazione nelle scuole come nei centri anziani». VIVIANA BECCALOSSI precisa «che la stragrande maggioranza degli operatori è costituita da persone perbene e ottimi professionisti, ma è altrettanto vero che emergono sempre più inquietanti episodi di violenza e maltrattamento contro persone indifese. Se la videosorveglianza può aiutare a svelare queste terribili eccezioni, ben vengano le telecamere». Il consigliere regionale della Lega Francesca Ceruti annuncia che porterà oggi il caso davanti alla Commissione Consultiva del garante per l'infanzia, che si occuperà del problema sempre più diffuso dei minori vittime di maltrattamenti.

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