Plastica nell’Oglio:
un fiume di rabbia
E sale la polemica

di Alessandro Romele
Il triste spettacolo che si apre davanti agli occhi di chi si trova a passare nei pressi della foce dell’Oglio sul lago d’IseoNon va meglio sulle sponde
Il triste spettacolo che si apre davanti agli occhi di chi si trova a passare nei pressi della foce dell’Oglio sul lago d’IseoNon va meglio sulle sponde
Il triste spettacolo che si apre davanti agli occhi di chi si trova a passare nei pressi della foce dell’Oglio sul lago d’IseoNon va meglio sulle sponde
Il triste spettacolo che si apre davanti agli occhi di chi si trova a passare nei pressi della foce dell’Oglio sul lago d’IseoNon va meglio sulle sponde

Il vaso di Pandora è stato scoperto, ed il giorno dopo infuocano le polemiche. L’ingente quantità di plastica che i volontari dell’associazione pisognese Together Lake Natura hanno segnalato nelle scorse ore e che invade il canneto alla foce del Fiume Oglio tra Pisogne e Costa Volpino, sta facendo discutere molti. Tra le piante infatti, sono imprigionate centinaia di bottiglie, contenitori, sacchetti e borsine, parti di mobilio, vasi: il tutto, pare, trasportato dalle correnti e rilasciato a riva e tra le canne, da cui poi non riesce più a liberarsi. «Dalla Vallecamonica – ha spiegato Remo Bonetti, esperto conoscitore delle acque del lago, oltre che presidente del Gruppo di Protezione civile Soccorso Sebino – scende l’acqua fredda del fiume. Alla foce si scontra con le correnti più calde del Sebino, e questo avvia una corrente circolare, che di fatto riporta indietro tutto quello che l’Oglio ha trasportato a valle. Il materiale, ovviamente si distribuisce sulla costa. Ci sono giorni in cui la macchia di materiale si allarga anche ad oltre un chilometro quadrato, e non è un bello spettacolo». La situazione, come hanno spiegato i volontari di Together Lake, è grave. «CI METTIAMO tanto impegno – ha dichiarato Nicoletta Liguigli, la portavoce dell’associazione – e la nostra volontà è quella di risolvere la situazione. Potrebbero volerci anni, ma l’obiettivo è questo. Di certo c’è che la porzione di canneto in questione sta lentamente soffocando, stretta dalla morsa della plastica». I cigni nuotano tra l'immondizia, i pesci stanno scomparendo, gli aironi osservano dalle chiatte un terreno che non fa più per loro. Pare di rivedere la situazione delle Lamette delle Torbiere di Iseo, dove anni di depositi hanno di fatto creato uno strato impenetrabile di plastica: in quel caso, oltre a decine di volontari, è scesa in campo anche la politica, con la Prefettura che ha steso un progetto di liberazione dai rifiuti, attivato e tuttora in corso. «Crediamo che la tematica ambientale sia prioritaria per il nostro territorio – ha invece sottolineato Gabriele Ceresetti, capogruppo dei Comuni del lago al Bim di Vallecamonica – e tra gli obiettivi programmatici del presidente Sandro Farisoglio c’è anche un’analisi approfondita della questione. «Gran parte dei comuni della Vallecamonica non sono depurati – ha infine sottolineato Bonetti – ma è anche vero che diversi paesi del lago non separano le acque chiare e scure. Inutile cercare colpevoli: serve trovare una soluzione per il lago d’Iseo, che sta letteralmente morendo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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