Rifiuti pericolosi: elicotteri e satelliti fanno il «jackpot»

di Simona Duci
Carabinieri forestali e tecnici dell’Arpa sul luogo del ritrovamento, all’esterno e all’interno di un capannone nella zona industriale di Rovato
Carabinieri forestali e tecnici dell’Arpa sul luogo del ritrovamento, all’esterno e all’interno di un capannone nella zona industriale di Rovato
Carabinieri forestali e tecnici dell’Arpa sul luogo del ritrovamento, all’esterno e all’interno di un capannone nella zona industriale di Rovato
Carabinieri forestali e tecnici dell’Arpa sul luogo del ritrovamento, all’esterno e all’interno di un capannone nella zona industriale di Rovato

La squadra coordinata dal Nucleo ambiente della Prefettura, ha eseguito ieri un sequestro probatorio di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, abbandonati sia nell’area esterna sia all’interno di un capannone industriale a Rovato. Sul posto, sin dalle prime ore del mattino, sono intervenuti su disposizione del Gruppo carabinieri forestale di Brescia tre militari della stazione di Iseo, insieme a tre tecnici dell’Arpa di Brescia. Gli ispettori, dopo aver fatto gli accertamenti nell’area esterna, in cui sono stati riscontrati circa 300 metri cubi di rifiuti tra cui alcuni pericolosi contenenti idrocarburi, si sono recati all’interno del capannone di tipo industriale abbandonato, in cui erano presenti altri rifiuti costituiti da stoffa e plastica pressati e ridotti in balle, con il conseguente rischio di incendio. I RIFIUTI sono stati pertanto sottoposti a sequestro giudiziario. Ad oggi risulta indagata una persona, ma non è escluso che a seguito delle ulteriori indagini, le corresponsabilità vengano estese a più soggetti, in qualche modo interessati nella gestione illecita e abbandono dei rifiuti. I rifiuti ritrovati nell’area esterna al capannone, sono esattamente gli stessi fotografati dal satellite e dall’elicottero dei carabinieri, motivo per cui il team non ha avuto dubbi nell’accertamento dei reati ambientali. Infatti, le fotografie satellitari acquisite mediante il progetto Savager, consentono alle forze dell’ordine e ai tecnici di Arpa di effettuare una valutazione preventiva molto precisa. Ogni attività viene vagliata dalla Procura, nell’ambito del Nucleo ambiente voluto con determinazione dal prefetto Attilio Viscont. Il direttore di Arpa Fabio Cambielli, in previsione dei controlli già previsti per i prossimi mesi, ha messo a disposizione ben otto team di tecnici esperti per il compimento del progetto Savager nel territorio bresciano. Il presidente di Arpa Lombardia, Stefano Cecchin, ha commentato: «L’attenzione su Brescia e sulla sua provincia rimane alta e costante, così come ci eravamo ripromessi, in un quadro di proficua e indispensabile collaborazione interistituzionale che dà frutti evidenti e riscontrabili anche da questi risultati». Il prefetto di Brescia ha voluto esprimere soddisfazione «per l’incessante attività di controllo e gli ottimi risultati che fondono innovazione tecnologica con la professionalità dei componenti del Nucleo ambiente, con l’obiettivo di combattere ogni forma di reato ambientale». •

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