Santa Maria in Favento, gioiello «sporcato»

di Giancarlo Chiari
Un particolare degli splendidi affreschi di Santa Maria ad Adro
Un particolare degli splendidi affreschi di Santa Maria ad Adro
Un particolare degli splendidi affreschi di Santa Maria ad Adro
Un particolare degli splendidi affreschi di Santa Maria ad Adro

La maleducazione di chi abbandona i rifiuti, problema comune per le amministrazioni della Franciacorta e dell’ovest bresciano, diventa un’offesa intollerabile quando li si abbandona a due passi da preziosi tesroi di arte, storia e spiritualità. Lo scorso week end l’inciviltà di chi ha lasciato i rifiuti nel piccolo parco di Favento, ad Adro, pur dotato di cestini, ha provocato una catena di indignazione, aperta da Fabio mena e a cui poi, anche per mezzo dei social, si sono aggiunti altri cittadini a decine: «Bello vedere che chi ne usufruisce la tratta così bene. Sarebbe cosa gradita che lo sporco uno se lo porti alla propria casa. Sempre i soliti deficienti. Dove andremo a finire. Almeno noi cittadini di Adro che lo usiamo teniamolo bene. E non buttiamo lo sporco nei fossi. Grazie». NEL MIRINO degli imbrattatori l’area pic-nic a due passi dalla chiesa quattrocentesca di Santa Maria in Favento. Parco e chiesa si raggiungono a piedi o in auto, percorrendo la strada in acciottolato, costruita una decina di anni dall’amministrazione di Oscar Lancini: offrono oltre ad un panorama unico anche la bellezza degli affreschi che ricoprono la facciata e soprattutto gli interni. La chiesetta romanica costruita nella valletta di Favento (forse il nome deriva da Faet) dove nel XIII secolo gli adrensi fermarono un gruppo di armati dell’esercito di Federico Barbarossa, da alcun anni è la meta preferita di residenti di tutte le età. La chiesa, di proprietà della parrocchia, che vi celebra la messa ogni settimana, è affidata alle cure di un residente, che abita all’inizio della via e la apre a quanti vogliono visitarla. Il custode non ha ancora dimenticato la sconfitta della parrocchia di Adro che con i residenti, chiese in concessione all’istituto per il sostentamento del clero, l’appezzamento davanti al santuario che fu affittato a un’azienda vitivinicola. «Adesso ci vengono i ragazzini, ma purtroppo l’educazione non è più la stessa - si lamenta giustamente -. Ci sono i cestini ma non li usano, poi tocca agli altri pulire». IL SINDACO Paolo Rosa ha commentato: «È un problema per tante amministrazioni l’inciviltà di chi abbandona rifiuti perfino in parchi dove ci sono cestini, come nell’area della chiesa. È un’offesa a tutti, perché Santa Maria è la chiesa più antica del paese, patrimonio unico per gli affreschi del 1400. Non possiamo mettere telecamere ovunque ma nei weekend chiederò alla polizia locale qualche passaggio in più, magari in borghese». •

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