Sull’anti-corruzione si scatena la tempesta: mozione contro il sindaco

di C.REB.
Giovanni Battista Sarnico
Giovanni Battista Sarnico
Giovanni Battista Sarnico
Giovanni Battista Sarnico

Le minoranze compatte abbandonano l’aula dopo aver letto la mozione che verrà depositata stamattina in Comune, per chiedere la sfiducia del sindaco Giovanni Battista Sarnico. LO STRAPPO si è consumato in pochi minuti nella seduta del Consiglio comunale di ieri a Ospitaletto. Preso atto che nell'ordine del giorno non figuravano le comunicazioni sulla delibera dell'Anac inerente la «non conformità» delle procedure amministrative dal 2016 al 2019, i consiglieri Laura Trecani, Enrico Mandelli, Cristina Martinelli, Giuseppe Antonini e Matteo Totò hanno abbandonato i lavori. L'Autorità nazionale anti corruzione aveva censurato la prassi di frazionare centinaia di appalti con cifre inferiori a 40 mila euro per eludere le procedure di gara e di affidare incarichi ai medesimi operatori. L'Anac ha anche evidenziato un presunto conflitto di interessi per una dipendente comunale, e nella relazione sono stati considerati interventi da 415 mila euro in lavori di manutenzione stradale e abbattimento di barriere architettoniche effettuati con 29 affidamenti diretti in soli tre mesi. Nelle sue controdeduzioni, il Comune ha affermato di aver provveduto ad appalti diretti per realizzare i lavori nel più breve tempo possibile, nel solco delle norme previste per le opere in progressiva gestazione. ALLA RICHIESTA di chiarimenti da parte delle minoranze, ieri pomeriggio il sindaco ha confermato che «la documentazione è stata consegnata a un ufficio legale per una valutazione tecnica. Solo dopo aver acquisito il suo parere, avremo modo di chiarire i dettagli della procedura». Il Comune rischia pesanti ripercussioni, visto il coinvolgimento della Corte dei Conti e della Procura. «Il documento Anac non è un avvio di procedimento, ma una delibera - ha commentato in aula Giuseppe Antonini -: avremmo gradito un intervento del sindaco. Depositiamo la mozione di sfiducia, consapevoli che da regolamento deve essere firmata da 6 consiglieri. Noi siamo in 5, ma confidiamo che qualcuno della maggioranza si unisca a noi». «Ci ritroviamo con 402 commesse dirette in tre anni sotto indagine - ha incalzato Matteo Totò -, di cui 54 a una sola ditta, che ha come direttore il marito di una dipendente comunale. Ora sarà compito della magistratura accertare se quanto deliberato da Anac sia riconducibile a reato o meno, e alla Corte dei Conti ravvisare eventuali danni economici».

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