Tiro al cormorano
Per Legambiente
è tutto sbagliato

di P.BAL.
Un cormorano comune per niente «alloctono» mentre si asciuga il piumaggio dopo la pesca
Un cormorano comune per niente «alloctono» mentre si asciuga il piumaggio dopo la pesca
Un cormorano comune per niente «alloctono» mentre si asciuga il piumaggio dopo la pesca
Un cormorano comune per niente «alloctono» mentre si asciuga il piumaggio dopo la pesca

L’approccio «scientifico» della Regione alla gestione della fauna? Può essere riassunto nell’affermazione dell’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi, secondo il quale il cormorano, finito nel mirino del Pirellone attraverso un piano di contenimento, sarebbe una specie alloctona; ovvero esotica. Ovviamente Phalacrocorax carbo è una specie autoctona, tanto «originale» che è protetta dalla Convenzione di Berna e, in Italia, anche dalla legge quadro nazionale sulla caccia 157 del ’92. Lo ricorda a Rolfi e non solo il Gruppo fauna del circolo Franciacorta di Legambiente, attaccando il piano di abbattimento (tecnicamente controllo selettivo) che in breve tempo dovrebbe togliere di mezzo 993 esemplari. Perché 993? È il primo interrogativo di Legambiente rivolto alla Regione, considerato che gli abbattimenti, come afferma Rolfi, sono stati autorizzati perché «la presenza eccessiva di cormorani sta danneggiando la pesca sportiva e professionale», e che, appunto, sarebbe «necessario difendere l’ecosistema dall’effetto devastante delle specie alloctone in sovrannumero». Il circolo Franciacorta ricorda che non esiste alcuna quantificazione del presunto danno causato da questa specie che più nostrana non si può; ricorda al contrario che «i cormorani sono predatori autoctoni che ricoprono un importante ruolo ecosistemico»; che «se i nostri ambienti fluviali e lacustri sono in condizioni di degrado e la loro biodiversità è sempre più ridotta è assurdo prendersela con i cormorani. Sarebbe piuttosto opportuno guardare per esempio al reiterato rilascio di specie alloctone di pesci per la pesca sportiva, questa sì una delle principali cause di perdita di diversità biologica». «I pescatori si lamentano per la voracità di questo uccello acquatico, e sulla base di questa visione antropocentrica hanno chiesto alla Regione di sterminarli - prosegue Legambiente -; un metodo che si è dimostrato inefficace per il contenimento di qualunque specie. In realtà, nel Sebino, nell’Oglio e negli affluenti le cause della carenza di pesce sono essenzialmente due; entrambe riconducibili all’uomo». «MOLTISSIMI pescatori di frodo catturano specie autoctone come gli agoni con reti e bilancino proprio durante la stagione riproduttiva, e in contemporanea, un’altra causa molto significativa è rappresentata dall’inquinamento fognario, perché l’attuale sistema di collettamento prevede ancora oggi l’immissione diretta di liquami. Per tutto questo - è la conclusione - chiediamo l’immediata sospensione del controllo selettivo dei cormorani». •

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