Uccise il marito, non può restare in cella

di P.C.
La casa dell’omicidio
La casa dell’omicidio
La casa dell’omicidio
La casa dell’omicidio

Condannata nel 2015 a trenta anni di carcere potrebbe tornare libera perché le sue condizioni fisiche e l'età, ha 83 anni e non è più autosufficiente, sarebbero incompatibili con la detenzione. Valeriana Alghisi nel 2011 insieme al figlio Maurizio, 58 anni e detenuto dopo essere stato condannato in via definitiva a 30 anni per omicidio volontario, ha ucciso il marito (e patrigno del figlio) Giuseppe Zani nella loro abitazione di Capriolo per impossessarsi dei suoi beni. Fino alla scorsa estate l'anziana era in carcere quindi, dopo un nuovo intervento chirurgico, era stata messa ai domiciliari in una residenza per anziani. Ieri mattina davanti al tribunale di sorveglianza l'udienza in cui è stata discussa la possibilità di rimetterla in libertà. Il giudice si è riservato la decisione. «Ho fatto tutto io da solo - aveva confessato Maurizio Alghisi quando i carabinieri lo avevano interrogato all'indomani del delitto avvenuto tra il 18 e il 19 luglio - lo odiavo perché picchiava mia mamma». La donna era invece stata iscritta nel registro degli indagati alcuni mesi dopo, quando alcune intercettazioni ambientali avevano registrato una serie di conversazioni compromettenti con il figlio detenuto. Nelle settimane successive gli inquirenti avevano scoperto che l'anziana qualche tempo prima dell'omicidio si sarebbe informata sulle modalità per incassare l'eredità e avrebbe inoltre spostato nella casa del figlio l'indirizzo dove ricevere la corrispondenza. A fare intervenire i carabinieri nel luglio di 9 anni fa era stato proprio la donna che agli investigatori aveva raccontato di essere stata svegliata da alcun i rumori e di avere avvertito il figlio del marito. L'anziana aveva aggiunto che in casa quella notte sarebbero entrati dei ladri che avevano accoltellato il marito per rubare del denaro nascosti in un cassettone. •

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