La morte in solitudine, dramma che ha colpito centinaia di famiglie bresciane anche durante la pandemia, ha evidenziato il valore delle cure palliative a domicilio, per affrontare l’ultimo viaggio con il calore degli affetti. Per questo la direzione generale e sociosanitaria dell’Asst Franciacorta, contando sull’esperienza dell’hospice di Orzinuovi e della mini -rete che lo scorso anno ha assistito oltre cento famiglie, ha organizzato un corso di formazione per medici e infermieri che consentano estendere la rete, per assistere ogni famiglia quando un componente sia colpito da patologie irreversibili con esito infausto. Sponsorizzato dalla Fondazione Guido Berlucchi e patrocinato dell’università di Brescia, il corso «Cura la cura» prevede 55 ore di lezioni con esperti e specialisti, 9 incontri fino al 7 giugno con un project work il 27 settembre. Si svolgeranno nel Teatro Sociale di Palazzolo, che con la struttura ha messo a disposizione l’attrezzatura audio video e spazi separati. Ricordando quanto visto durante la pandemia, il direttore generale dell’Asst, Mauro Borelli, ha sottolineato l’importanza della formazione per affrontare situazioni che richiedono di garantire a famiglie e a chi si avvicina all’ultimo il calore degli affetti. Citando l’esempio di Lecco, che segue in media 500 persone l’anno, senza ricoverarle e isolarle in ospedale nel momento più delicato, Borelli ha sottolineato come lo sviluppo di questa rete dipenda da formazione e condivisione di esperienze. Dopo l’intervento di Giambattista Bruni Conter, presidente della fondazione Guido Berlucchi, il direttore sociosanitario Giuseppe Solazzi ha comunicato che il corso è sarà diretto da Alessandra Ramera e Ana Borsari, concludendo: «Nella malattia, che non lascia speranze, la persona sente compromessa anche le dimensioni relazionale, affettiva e spirituale ed attende perciò, oltre alle terapie, sostegno e attenzione. Accanto a lui c’è una famiglia che soffre e chiede anch’essa conforto e vicinanza. Operatori sanitari, medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, quando non possono guarire il fisico, sono chiamati a curare con gesti che diano sollievo. Ma anche loro sono uomini e donne con le loro fragilità e la loro umanità, che hanno bisogno di sostegno e di supporto per affrontare situazioni delicate». •.