Una cooperativa per il futuro dell’oro verde

Il brindisi del sindaco Fiorello Turla ai tempi d’oro dell’olio del SebinoIl coltivatori si augurano di aver superato l’annata nera del 2019
Il brindisi del sindaco Fiorello Turla ai tempi d’oro dell’olio del SebinoIl coltivatori si augurano di aver superato l’annata nera del 2019
Il brindisi del sindaco Fiorello Turla ai tempi d’oro dell’olio del SebinoIl coltivatori si augurano di aver superato l’annata nera del 2019
Il brindisi del sindaco Fiorello Turla ai tempi d’oro dell’olio del SebinoIl coltivatori si augurano di aver superato l’annata nera del 2019

Alessandro Romele La speranza è in una stagione migliore della scorsa: non servirà molto, visto che la produzione di olio, in tutta l’area del Sebino, come in ogni parte del nord Italia, è stata praticamente azzerata. Per colpa del clima, delle improvvise gelate e della «cascola», nel 2019 le aziende agricole sono state messe in ginocchio. ORA, PERÒ, è tempo di guardare avanti. In questi giorni, i coltivatori sono al lavoro per preparare le piante. «Siamo alla fase iniziale - spiega Maurizio Ribola, presidente dell’Associazione Olivicoltori Montisolani -, ci stiamo occupando della potatura. Solitamente si aspetta aprile, ma il clima di questi giorni, molto favorevole, ci sta dando una mano. Stiamo passando la nostra quarantena lavorando nei campi e sui terrazzamenti». Poi sarà il tempo del trattamento degli ulivi con una miscela di rame e azoto, per disinfettare e curare i tagli della potatura. Infine, servirà concimare, ma questo avverrà nella metà della primavera. «È consigliabile potare da terra - continua Ribola -: spesso, soprattutto le vecchie generazioni, amano salire sull’albero e “sforbiciare”, ma oggi ci sono attrezzature, come le aste telescopiche, che favoriscono il taglio anche dal basso. Si possono trattare anche 40 piante al giorno». Dopo la bastonata dello scorso anno, non ci sono stati i tanto sospirati aiuti. «Il settore è stato abbandonato a se stesso - sottolinea il presidente -, soprattutto le piccole imprese agricole. Ma noi guardiamo avanti: con le altre sei aziende isolane abbiamo intenzione di fondare una vera e propria cooperativa, per seguire tutta la filiera produttiva dell’olio, dalla coltivazione alla trasformazione, fino alla vendita con un’unica etichetta. Vorremmo gestire il frantoio di Carzano: presto uscirà un bando, e vogliamo farci trovare pronti». VENTISETTE i quintali di olive lavorati a novembre 2019: una miseria, se si pensa che Montisola conta circa 15 mila olivi. «Siamo riusciti, con l’olio della campagna precedente, a riempire 700 bottigliette da un decimo di litro, per distribuirle alle attività e ai ristoranti locali - conclude Ribola -. Il responso è stato molto soddisfacente. Aspettiamo tempi migliori». Lo scorso anno le piante hanno speso molto per dare vita ai rametti fruttiferi, che però non hanno dato risultati. Quest’anno, i rametti andranno in fioritura e, probabilmente, le olive saranno tantissime: servirà una mano dal clima, poichè a maggio ci sarà la fioritura, un’altra improvvisa e pazza gelata potrebbe vanificare gli sforzi. Ma a Montisola, ovviamente, non vogliono pensarci. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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